Un inizio vincente per una Trek inedita in quel del Delfinato. Avvistate anche una nuova Pinarello e una Canyon

Un inizio vincente per una Trek inedita in quel del Delfinato. Avvistate anche una nuova Pinarello e una Canyon

Mentre le squadre si preparano per il Tour de France, nuove bici vengono testate in gara prima del lancio ufficiale - ecco tre delle più attese.

Autore: Simon Smythe Immagini: Getty Images

Il Giro del Delfinato è la prova generale prima del Tour de France - l'ultima chance per i corridori di testare la loro condizione e l'ultima chiamata per i team per provare nuovi materiali inediti che sperano possano dar loro un vantaggio sugli avversari durante la Grande Boucle che partirà il 29 giugno da Firenze. Si tratta dunque di un terreno fertile per i cacciatori di novità tech, e i brand sono felici di stare al gioco. Ogni leak e scatto nascosto si guadagna qualche colonna in più sui siti del settore, stuzzicando l'appetito del pubblico in vista del lancio ufficiale.

 

Mads Pedersen si è aggiudicato allo sprint la prima tappa in sella a una Trek che sembra condividere molto del suo DNA con la Madone di settima generazione lanciata nel 2022. Sul tubo orizzontale della bici di Pedersen, il nome Madone si sovrappone alla scritta Emonda per aggiungere ulteriore curiosità. Trek si inventerà un nuovo anagramma quando la bici verrà presentata al pubblico?

Trek Madone or Emonda top tube

Il telaio è dotato del foro "IsoFlow" sul tubo sella, una caratteristica propria della Madone che, usando le parole di Trek, “va a direzionare un flusso ad alta energia in una regione a bassa energia", il che significa che un getto d'aria in rapido movimento passerebber all'interno del foro, riducendo la resistenza all'avanzamento. I nuovi profili però non sono profondi come quelli della Madone. In particolar modo, il tubo obliquo appare notevolmente più basso, e anche il tubo sella ha perso la sua scanalatura per la ruota posteriore, poiché non più necessario dal momento che la sua profondità è stata ridotta.

Mads Pedersen's Trek after Dauphine stage one

Il tubo orizzontale, invece, è meno spigoloso rispetto a quello della Madone di settima generazione, curvando verso il basso quando lascia la zona del tubo sterzo e forse assottigliandosi un po' di più quando raggiunge i foderi. Il tubo sterzo in sé non ha subito cambiamenti drastici. Come nel caso della nuova Pinarello, adesso presenta una sezione posteriore più lunga, con il tubo obliquo che scampana meno nel punto di giunzione. Il maubrio integrato della Madone è rimasto invariato, con lo stesso attacco manubrio ad arco.

Mads Pedersen and Toms Skuijns at the Dauphine

In sintesi, la nuova Trek appare più come una bici "aero tutto fare" che una pura bici votata alla sola aerodinamica. Dei tubi più fini e meno bombati la renderanno più leggera e probabilmente raggiungerà facilmente il limite di peso di 6,8 kg imposto dall'UCI. Forse Trek ha recuperato parte dell'aerodinamicità progettando borracce e portaborracce appositamente aerodinamici, come quelle sopra illustrate. Questa area è stata presa in considerazione anche da Pinarello con la nuova forma della scatola del movimento di centro della nuova Dogma (vedi sotto) ed è chiaramente una sezione in cui si possono trovare guadagni aerodinamici mentre il peso può essere ridotto in altri punti.

Potete stare certi che tutto verrà svelato tra non molto. Fino a quel giorno, qualunque sia il suo nome, la nuova Trek è partita alla grande.

LA NUOVA PINARELLO DOGMA F: UN RITORNO AI GIORNI DI GLORIA?

Una Pinarello Dogma non vince il Tour de France dal 2019, ma il brand italiano, con la versione inedita che sta utilizzando la Ineos Grenadiers al Delfinato, spera di tornare indietro nel tempo e di fare un passo avanti. La versione precedente del modello Dogma F è stata lanciata nel 2021. Si diceva che fosse marginalmente più veloce della F12, suo predecessore con cui Bernal ha vinto il Tour nel 2019, ma il tutto per una manciata di watt. Il peso del telaio è rimasto di 850 g ed è stato realizzato con la stessa fibra di carbonio Torayca 1100, ma c'è stato un risparmio di 256 g da parte di Pinarello grazie a un morsetto reggisella stampato in 3D in titanio, un manubrio integrato Most Talon Ultrafast più leggero, e anche forcella, reggisella e perni passanti Onda meno pesanti. Cosa possiamo aspettarci dalla nuova Dogma?

Ineos Grenadiers at the Dauphine stage 1

Quasi tutte le nuove bici aero lanciate negli ultimi tre anni hanno sfruttato l'eliminazione della regola 3:1 dell'UCI, la quale imponeva che la lunghezza dei tubi del telaio non poteva superare il triplo della loro larghezza. Tra queste la Cervélo S5, la Giant Propel e, più recentemente, la Factor Ostro VAM. Nell'arco della sua sponsorizzazione del Team Sky/Ineos, Pinarello non ha mai fornito una bici aero interamente dedicata: il marchio ha sempre sostenuto che il modello Dogma è in grado di vincere su tutti i percorsi e i suoi risultati lo confermano. Tuttavia, come le nuove bici aero, il tubo sterzo presenta una sezione più lunga e verticale rispetto al passato. Poiché la parte anteriore della bicicletta ha il maggiore impatto con l'aria, è probabile che Pinarello si sia concentrata su quest'area per risparmiare più watt rispetto alla F12. Detto questo, la forcella Onda, altro elemento chiave per l'aerodinamicità complessiva della bici, appare  soprendentemente simile alla versione esistente. In genere potremmo aspettarci una riprogettazione nel 2024.

Ineos Grenadiers at the Dauphine stage 1

Nonostante il nuovo look del tubo sterzo e quello che sembra un tubo orizzontale più piatto nella parte anteriore, il telaio mantiene la forma distintiva della Dogma fino alla parte inferiore del triangolo principale. Dalla F8 del 2014, Pinarello ha lavorato per migliorare il flusso d'aria intorno ai portaborracce, sostenendo che la Pinarello originale fosse più veloce con due borracce anziché senza, posizionando il portaborracce del tubo sella in modo che fosse avvolto. Adesso sembra esserci un vero e proprio ripiano nel telaio per smussare l'aria sporca dal tubo obliquo e intorno alla parte inferiore della borraccia, staccandosi dal movimento delle pedivelle e dalle gambe del corridore. Il carbonio, inoltre, irrigidisce anche la zona del movimento di centro. É più visibile dal lato senza la guarnitura.

Nelle precedenti versioni della Dogma, il tubo obliquo era progettato per avvolgere in parte il portaborraccia anteriore. Quest'area sembra essere stata leggermente rimodellata ma non radicalmente modificata, con un alloggiamento più basso per la borraccia, forse per aumentare la rigidità torsionale. Quando ho guidato la Dogma F nel 2021 non l'ho trovata particolarmente rigida, anzi era meravigliosamente scorrevole. Al contrario, ho trovato la Colnago V4RS incredibilmente rigida, tanto da richiedere quasi un livello di potenza da Pogačar per sbloccare la sua qualità di guida. Forse Pinarello ha scoperto che i suoi ciclisti professionisti hanno chiesto un po' più di rigidità torsionale, insieme a un tubo di sterzo più profondo, potrebbe essere la chiave.

Le aree più evidentemente ridisegnate potrebbero fornire miglioramenti all'aerodinamica e alla rigidità. Per quanto riguarda il peso, altro pilastro nella progettazione delle bici da corsa, con Fausto Pinarello che storicamente si rifiuta di scendere a compromessi, è difficile capire dove si possano perdere grammi, a meno che i tubi non siano notevolmente più stretti. Con il suo nuovo Ostro VAM, Factor ha progettato un tubo sella molto stretto (solo 19,5 mm di larghezza) con un reggisella largo 15 mm. Anche in questo caso, le modifiche alle regole dell'UCI che consentono sezioni trasversali inferiori a 25 mm potrebbero permettere a Pinarello di fare qualcosa di simile. Al momento è impossibile capirlo dalle foto.

La nuova Dogma ha un'eredità pesante da raccogliere: dal 2010, anno in cui il Team Sky si è lanciato con Pinarello come sponsor per il comparto biciclette, ha vinto sette volte il Tour de France. In questo decennio non ha ancora vinto, anche se l'ascesa di Pogačar e Vingegaard ha più che altro a che fare con questo. Sebbene sia alquanto difficile che il 2024 veda una Dogma sul gradino più alto del podio, possiamo star certi che la nuova incarnazione della bicicletta più vincente del XXI secolo non regalerà niente a suoi rivali.

NEW CANYON AEROAD: PIÙ MODIFICHE AERO

A differenza della Trek Madone, la cui ultima versione risale a soli due anni fa, la Canyon Aeroad deve essere aggiornata. L'ultima versione è stata lanciata nel 2020 e quattro anni è spesso la durata massima dei cicli di un prodotto dei grandi marchi.

New Canyon Aeroad at the Dauphine

Tuttavia, i cambiamenti apportati alla Canyon non sono così evidenti come quelli apportati alle nuove bici da corsa di Pinarello e Trek.

Mentre Trek potrebbe già mandare in pensione la Madone e seguire la strada dell'aero-all rounder con una Emonda più aerodinamica, dall'aspetto aggiornato dell'Aeroad, vediamo che Canyon sta mantenendo sia le bici aerodinamiche che quelle leggere - la Ultimate CFR appartiene a quest'ultima - per le sue squadre professionistiche. Non è meno aerodinamica: alcune sezioni di tubo hanno ancora più spessore di prima.

L'Aeroad ha avuto alcune difficoltà iniziali al momento del lancio: l'immagine di van der Poel che stringe tra le proprie mani un manubrio spezzato al termine del Gp Le Samyn 2021 è ancora impresso nella memoria, purtroppo per Canyon. La casa tedesca però ha risolto il problema - oltre ad averne risolto un altro con il reggisella che fletteva all'interno del telaio. Quindi, forse, dopo aver trovato delle soluzioni, aver sistemato la bicicletta e aver ottenuto molti successi (tra cui la Parigi-Roubaix di quest'anno), non è una sopresa che non ci sia una riprogettazione radicale. Da quanto abbiamo visto finora, il manubrio regolabile in larghezza rimane, ma adesso l'attacco integrato dell'Aeroad è dotato del Gear Groove di Canyon, già presente sula Gravel Pro. Questo permette di montare accessori Canyon come supporti e luci, e il tutto ha un senso dal punto di vista pratico. Tuttavia, i telai utilizzati dalla Movistar avevano questo particolare manubrio durante la prima tappa del Delfinato.

Sotto il manubrio - che probabilmente sarà regolabile in altezza come il precedente, con 1,5 cm di salita e discesa senza bisogno di tagliare il canotto - c'è un tubo sterzo ridisegnato che sembra essere più profondo, in linea con la modifica del regolamento UCI, e anche più stretto sotto una nervatura più pronunciata e più spessa che porta al tubo orizzontale.

Nella parte posteriore, il morsetto del reggisella è stato spostato verso il tubo orizzontale e sembra utilizzare il più tradizionale sistema wedge. La versione precedente utilizzava un bullone direttamente nella parte posteriore del tubo sella. Questo potrebbe indicare che Canyon ha abbandonato l'ingegnoso reggisella flettente della versione precedente e ha optato per la praticità e la facilità di manutenzione, a scapito di un po' di comodità, che sta diventando un problema minore con gli pneumatici di volume maggiore che ormai sono d'uso comune.

Vi daremo tutti i dettagli ufficiali di queste tre bici non appena verranno lanciate - e ce ne saranno sicuramente anche altre.

Autore: Simon Smythe Immagini: Getty Images


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