Testo originale di: Rachel Jary
É piú facile andare in bicicletta per Tadej Pogačar? Sembrava proprio di sì nella prima gara stagionale del corridore sloveno in Spagna, quando si è imbarcato in una missione solitaria di oltre un'ora per conquistare la vittoria. Il suo attacco vincente è stato quasi casuale. Forse una volta saremmo stati sorpresi dall'audacia del corridore dell'UAE Team Emirates nel pensare di avere la possibilità di rimanere da solo fino al traguardo per i successivi 40 chilometri di corsa, ma di questi tempi non è niente che non si sia già visto.
Prendiamo ad esempio la Strade Bianche dello scorso anno: Pogačar ha vinto la gara con un'esibizione in solitaria di 50 km sulle strade bianche della Toscana. Alla fine ha conquistato la vittoria con quasi 40 secondi di vantaggio. Tutti gli altri hanno sofferto per il forte vento, stremati e sconfitti dalle cadute che hanno funestato una gara brutale. Pogačar aveva le cicatrici della battaglia visibili sulla sua maglia strappata, ma sembrava a malapena infastidito dal suo precedente contatto con la ghiaia.
"Ho dato il massimo sul Santa Maria e nessuno mi ha seguito", ha detto Pogačar in tutta franchezza dopo quella gara. È abbastanza semplice quando la mette così, no? Ero il corridore più forte e ho deciso di attaccare, nessun altro era abbastanza forte da venire con me, così ho vinto la gara.
Ma il ciclismo non è uno sport semplice. Il pensiero, le tattiche e le sfumature delle corse sono ciò che le rende così intriganti. Non c'è niente di meglio della tensione che si crea quando i corridori si osservano come falchi nell'attesa di sapere chi attaccherà e quando, alcuni bruciando le tappe troppo presto, altri giocando perfettamente le loro carte in modo da usare la loro potenza esattamente al momento giusto. È difficile eguagliare l'emozione di uno sprint ravvicinato verso il traguardo che viene vinto per un soffio, per un paio di watt, per un affondo finale che ribalta la situazione. Quando un corridore fa quello che può fare Pogačar, lasciando cadere con calma e tranquillità i suoi rivali, decidendo praticamente la corsa molto prima che questa abbia raggiunto la sua massima distanza, rischia di togliere il divertimento al pubblico che la guarda da casa.
Non si può negare che le missioni in solitaria di Pogačar siano un'impressionante prova di forza fisica e di superba qualitá tecniche - pochi sanno lanciarla giù per le discese ghiaiose e perfezionare le curve rischiose come lui - ma arriva un momento in cui queste performance diventano prevedibili. È vero che non capita spesso di vedere un talento generazionale come quello di Pogačar, e forse dovremmo solo essere felici di poter assistere a una tale grandezza, ma è davvero coinvolgente per lo spettatore medio?
La prestazione del 24enne al Paraiso Interior di Jaén è stata quasi una copia carbone di ciò che ha fatto alla Strade Bianche l'anno scorso e di ciò che probabilmente cercherà di fare alla Strade Bianche anche quest'anno. Probabilmente proverà a fare lo stesso anche nelle altre classiche: è già stato confermato che correrà la Milano-San Remo, la Dwars door Vlaanderen, il Giro delle Fiandre, la Flèche Wallonne e la Liegi-Bastogne-Liegi.
In queste corse, però, abbiamo la speranza che il dominio di Pogačar venga annullato da corridori del calibro di Wout van Aert, Mathieu van der Poel, Tom Pidcock, Remco Evenepoel e altri. Il gruppo del Paraiso Interior di Jaén non era al pari di quello che vedremo nelle grandi classiche a venire, quindi è più probabile una gara combattuta. Forse un attacco pungente di Pogačar non sarà sufficiente a fargli conquistare la vittoria in solitaria.
Speriamo, comunque. Le impressionanti fughe in solitaria perdono la loro magia con il passare del tempo, non è divertente conoscere il vincitore della corsa quando rimane più di un'ora per guardare lo stesso corridore che gira i pedali in continuazione con la sola compagnia del cameraman della moto, riuscendo in qualche modo a mantenere il distacco dal gruppo che lo insegue. Pogačar ha tutte le possibilità di vincere contro i grandi nomi delle classiche nei prossimi due mesi, e sarei felice come chiunque altro di vederglielo fare, ma incrociamo le dita per una gara combattuta ed emozionante per decidere se ciò accadrà.