SIDI - MADE IN ITALY

Sidi è nel mondo una vera e propria istituzione, dal 1960 produce scarpe da ciclismo che un piede, ad occhi chiusi, sa riconoscere.

 

Testo di: Colin O'Brien

Fotografie di: Chiara Redaschi 

Il quartier generale di Sidi a Maser, un piccolo paese a circa un'ora a nord-est di Treviso, è un edificio imponente. Ci troviamo nella zona di Montebelluna e Asolo, il luogo del mondo in cui scarpe e scarponi sportivi di tutti i tipi vengono ideati, pensati e prodotti. Non ci sono altre aree sul pianeta Terra con una così alta concentrazione di industrie di questo tipo. Molti dei marchi di scarpe da ciclismo famosi nel mondo hanno la loro sede qui nei dintorni ma a differenza di questi, l’edificio in cui ci troviamo, non è solo un magazzino con alcuni uffici commerciali e di marketing. Questo è un luogo dove le scarpe vengono prodotte, partendo da zero. 

L'officina principale è un curioso mix di vecchio e di nuovo, dove le tecniche di produzione artigianale delle scarpe si sono sposate con materiali e tecnologie produttive moderne per creare le calzature che i ciclisti desiderano usare quando pedalano. È uno spazio funzionale, pieno di banchi da lavoro, con ventilazione, tubi e cavi che piovono dall’alto come rami di vite. Il pavimento è di una particolare tonalità verde lichene lucido che si abbina perfettamente alla struttura metallica smaltata di alcuni dei macchinari più grandi. Ovunque si guardi, ci sono cose curiose da osservare: macchine da cucire e cestini pieni di rocchetti di filo, piccoli utensili manuali, lucidatrici molto grandi, ogni sorta di pinze e presse. È qui che vengono prodotte le scarpe di alta gamma dell'azienda. Non vengono fatte a mano nel senso tradizionale del termine, ma sicuramente l’utilizzo artigianale delle mani di addetti specializzati e dei piccoli utensili continua a essere decisivo.

È proprio questa curiosa miscela di tradizione e modernità che contraddistingue Sidi. Nata nel 1960 per produrre scarponi da montagna, l'azienda è passata allo sci e al motociclismo prima di apportare un'importantissima innovazione nel ciclismo grazie alla passione del suo fondatore, Dino Signori. Fino all’inizio degli anni ’70 le tacchette per i pedali venivano montate sotto le suole delle scarpe da ciclismo dal calzolaio tramite dei chiodi, abitudine che oggi, al solo pensiero, manderebbe in tilt le ginocchia di quasi tutti i ciclisti moderni. Le scarpe da ciclismo di allora, tutte in pelle e cuoio, fatte a mano, con tomaie e lacci, oggi appaiono più adatte a una collezione di abbigliamento da ufficio che a una uscita in bicicletta. L’aggiunta di una tacchetta in plastica sotto le suola, facilmente regolabile, che il ciclista o il negoziante potevano aggiustare da soli, fu il momento di svolta che portò a una raffica di innovazioni successive nelle calzature da ciclismo e nei pedali, entrambi settori che non vedevano innovazioni da decenni.  

Dopo più di 60 anni Sidi è ancora qui, con lo stesso coraggio e ingegno di Dino Signori e all'avanguardia nella ricerca di nuove soluzioni per distinguersi dagli altri produttori nel momento in cui gran parte della innovazione riguardante l’attrezzatura ciclistica, sembra essersi standardizzata. 

"I nostri valori di base sono sempre gli stessi. Il mondo del ciclismo è cambiato, soprattutto negli ultimi anni, ma per Sidi l'obiettivo è sempre quello di continuare a produrre scarpe che superino le aspettative degli utilizzatori. Ci piace molto usare la frase ‘a regola d'arte’, è il modo in cui cerchiamo di fare il nostro lavoro provando a governare con tutta la abilità di cui siamo capaci ogni tipo di processo produttivo”.

La differenza più evidente tra Sidi e le scarpe della concorrenza è il sistema di chiusura Tecno-3 di proprietà, preferito al sistema di una terza parte quasi onnipresente sulle scarpe di tutti gli altri marchi. C’è poi il sistema di ritenzione del tallone regolabile che migliora la calzata e la coppa del tallone, progettata per aumentare il trasferimento di potenza dal piede al pedale. Questo incremento di trasmissione potrebbe essere difficile da quantificare e calcolare fuori da un laboratorio, ma la sensazione di stabilità e controllo è una caratteristica perfettamente percepibile da ogni utilizzatore e molto apprezzata. Le scarpe Sidi, sono differenti nei piedi. 

Poi ci sono le parti sostituibili e le prese d'aria regolabili nella suola. Naturalmente si potrebbe rinunciare a tutto questo e realizzare una scarpa più leggera, ma non sarebbe più una Sidi.

Nessuno ha mai proposto le scarpe Sidi come le più economiche o le più leggere del mercato, perché si tratta di un prodotto durevole e ben fatto, che per una serie di ragioni non può essere il più leggero in circolazione. I corridori professionisti conoscono i vantaggi di un buon paio di scarpe e anche per chi è alle prime armi con il ciclismo, il buon senso suggerisce che per andare più forte e più lontano, il comfort è un parametro di gran lunga più rilevante da tenere in considerazione.

"Cosa è più importante per un ciclista, avere una piattaforma e il piede stabile o risparmiare qualche grammo?” 

"Il materiale che utilizziamo per la Shot 2, la nostra scarpa più recente, deriva proprio da questo processo. È un tipo di carbonio che abbiamo preso dal mondo dell'aeronautica. Per un po’ di anni lo abbiamo utilizzato solo per alcuni dei nostri atleti - Chris Froome era uno di loro - perché era più leggero rispetto al nostro normale carbonio e volevano collaudarlo. In alcuni casi è più facile testare prodotti nuovi e svilupparli direttamente con i professionisti perché possiamo tenere sotto controllo tutte le variabili. Quando il prodotto arriva al pubblico deve essere perfetto perché considerare la possibilità che a lungo andare qualcosa possa rompersi o danneggiarsi, non è una opzione”. 

"Anche la passione conta. Il nostro lavoro ci è sempre piaciuto".

"Se si guarda all'altro sistema di chiusura automatico più diffuso sul mercato [non si fatica a indovinare quale] basta dire che è arrivato dopo il nostro. Mio padre è sempre stato un passo avanti perché è sempre stato un ciclista - era un buon corridore dilettante - e ha sempre capito autonomamente di cosa avesse bisogno un ciclista”.

"Al giorno d'oggi molti ciclisti professionisti si accontentano di usare scarpe di serie, ma noi offriamo sempre un servizio su misura perché per alcuni di loro è l'unico modo per ottenere la calzata giusta".

A riprova di ciò, basta guardare il cuore dell'officina, dove su numerose file di scaffali in acciaio sono custodite gelosamente centinaia di forme, gli stampi attorno a cui vengono piegate e montate le tomaie delle scarpe. Sono disposte in ordine alfabetico, ogni forma ha un pezzo di nastro adesivo che riporta il nome del proprietario e ci sono i nomi di alcune delle più grandi stelle del nostro sport.

I nomi sono scritti a pennarello, su alcune forme c’è un po’ di polvere. La collezione sembra più che altro un promemoria della storia, degli standard e della qualità artigianale che Sidi si impone, in fondo se a Miguel Induráin, Francesco Moser o Egan Bernal serviranno nuove scarpe, verranno a farsi prendere una nuova forma, o no.

Prodotto in associazione con Sidi

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