Scratch, Madison e pittura. Il mondo veloce e colorato di Martina Fidanza

La neo-campionessa mondiale dello scratch ci racconta le sue passioni: la pista, certo, ma anche l'arte classica

Disciplina completa e complicata, lo scratch. Non solo devi avere resistenza per stare in gruppo per 10 chilometri (15 per gli uomini), ma devi anche avere doti da velocista per lo sprint finale. Senza dimenticare tecnica e strategia per rimanere in sella ad alte velocità e in mezzo a un gruppo che va al massimo.

Disciplina per artisti eclettici, forse. Per quelle cicliste complete da un punto di vista fisiologico, ma che sanno anche pensare in maniera creativa. E che sanno adattarsi al caos di una gara mai quieta.Martina Fidanza nella finale dello scratch al Mondiale di Roubaix (2021). Foto: Alex Whitehead/SWpix.com

Tutte doti in cui la 21enne Martina Fidanza — neo-campionessa del mondo dello scratch — eccelle. Non solo quelle atletiche. Fidanza, infatti, oltre ad aver già vinto tre campionati del mondo, otto europei e dieci titoli nazionali (tra U23 e Elite), è anche un'artista. Una pittrice.

“È una passione che mi è stata tramandata da mio nonno – anche lui era un pittore,” racconta. “Sin da quando ero piccola ho sempre avuto questa dote. Mi piace dipingere un po’ di tutto, ma dipende anche dall’ispirazione. Mi piace anche prendere delle foto e replicarle, o fare quadri totalmente astratti.”

Fidanza preferisce, tra tutte, l’arte classica. “Credo che esaltasse di più l’uomo e il perfezionismo e anche perché credo fosse più valutata,” dice. Inoltre, aggiunge, l’arte l’aiuta a “vedere le cose in maniera differente”. E anche se “la vena artistica ti fa essere un po’ strana in certi momenti, ogni tanto, però, hai queste sensazioni che ti vengono e ti servono anche nella vita.”Fidanza nel Madison con Elisa Balsamo nella Coppa del Mondo di Brisbane (2019) Foto: Alex Whitehead/SWpix.com

Se l’arte le ha permesso di sviluppare quelle caratteristiche più istintive che le permettono di essere creativa anche in bicicletta, la bicicletta le ha invece insegnato a essere pragmatica, a seguire gli obiettivi e apprezzare le piccole cose.

“Il ciclismo è uno sport difficile e ti mette sempre un po’ in difficoltà, anche in allenamento,” racconta. “Superare queste piccole sfide è quello che mi dà soddisfazione.”

Fidanza ha capito che il ciclismo sarebbe stata la sua strada quando la sorella Arianna – anche lei professionista per la Bike-Exchange – ha vinto il Mondiale nel 2013 (nella prova a punti a Glasgow). 

“Da lì mi sono posta anche io degli obiettivi e dei sogni. Poi più avanti, finito il liceo artistico statale a Bergamo, ho deciso di dedicarmi 100% al ciclismo, per vedere come sarebbe andata,” racconta.Qui agli Europei dello scorso anno in Bulgaria, dove ha vinto l'oro, sempre nello scratch. Foto: Alex Whitehead/SWpix.com

In arte dice di non seguire una corrente specifica, ma in bicicletta è chiaro che la pista — e lo scratch — siano le sue specialità preferite e nelle quali ha ottenuto i risultati più importanti.

“Sicuramente la pista è la parte che mi piace di più,” ha confessato Fidanza. “E lo scratch è dove ho più maturità ed esperienza. Però mi piacerebbe anche farne altre, come il Madison [dove quest’anno ha vinto il campionato italiano con Rachele Barbieri] e il quartetto [argento agli Europei e Mondiali 2021].”

La prima medaglia d’oro nella scratch, Fidanza l’aveva vinta nel 2017 — agli Europei U23 in Portogallo. A questa sono seguite l’oro ai Mondiali di Montichiari nello stesso anno; la quarta prova della Coppa del mondo nel 2018; le quarta e quinta prova di Coppa del mondo e l’argento ai Giochi Europei di Minsk nel 2019; gli ori agli Europei U23 e poi Elite lo scorso anno e — quest’anno — il bronzo agli Europei in Olanda, e l’oro ai Mondiali di Roubaix.Ai Mondiali di Roubaix 2021, sul gradino più alto del podio nello scratch. Foto: Simon Wilkinson/SWpix.com

Se, poi, c’è una disciplina del ciclismo su pista che assomiglia maggiormente al ciclismo su strada, questa è forse lo scratch. Che la maglia iridata ottenuta al Mondiale di Roubaix sia un trampolino di lancio per l’atleta delle Fiamme Azzurre?

“Quest’anno sono stata fortunata perché su strada non ho fatto un grande calendario,” racconta. “Quindi mi sono dedicata completamente alla pista ed ero molto più tranquilla. Però, già dal prossimo anno, le cose potrebbero cambiare con un programma più di livello. E a inizio anno bisognerà programmare per riuscire poi a conciliare tutto.”

Un lavoro non facile, quello della programmazione atletica di un’atleta come Fidanza, attiva sia in pista con la nazionale italiana, sia in strada con la Isolmant–Premac–Vittoria (la squadra dove il papà e mentore sportivo Giovanni è DS, e che Fidanza cerca sempre quando ha bisogno di consigli, aiuto o solo un po' di tranquillità).

“Solitamente si cerca di organizzare il picco di forma in base agli obiettivi, però è sempre complicato perché la strada si va sovrapporre alla pista e viceversa” spiega.Con il quartetto dell'inseguimento alla Coppa del Mondo di Brisbane (2019). Foto: Alex Whitehead/SWpix

Per il futuro è chiaro che la pista rimarrà un appuntamento fisso di Fidanza. Allo stesso tempo, però, l’atleta di Brembate di Sopra ha anche un conto aperto con il Giro d’Italia, e — nello specifico — con la seconda tappa dell'edizione 2020 (Paganico a Arcidosso sulle strade bianche), quando arrivò al traguardo fuori tempo massimo.

“Era una tappa già complicata di per sé, in più sono rimasta attardata dall’inizio per una caduta in cui non ero coinvolta, e una dove poi sono caduta," racconta. "Quindi mi sono trovata indietro sin da subito e ho inseguito tutto il giorno in un gruppetto con poche altre. Arrivare fuori tempo massimo è stata un po’ una mazzata. Per quello mi piacerebbe riuscire a rifare il Giro e magari poter far bene in qualche tappa.”

Ma prima di pensare al prossimo anno, Fidanza adesso può finalmente godersi le ferie. E con una maglia iridata in più in bacheca, adesso può andare al mare, passare un po’ più di tempo con gli amici, magari uscire in bici senza programmi sui suoi percorsi preferiti (in Val Brembana e sul Lago di Lecco) e — ovviamente — dedicarsi un po’ alla pittura.

 

Shop now