LA LOCOMOTIVA | Giro 2023 | Tappa 1

Di Emilio Previtali

Il 13 maggio 1863, per la prima volta, una locomotiva raggiungeva la stazione di Pescara. A bordo del treno, accompagnato da una delegazione di uomini politici, banchieri, uomini dell’alta società e imprenditori, c’era il principe Umberto I di Savoia. I Savoia, la famiglia reale italiana, furono fin dai primi momenti dell’unità d'Italia grandi sostenitori del progetto della linea ferroviaria adriatica, ritenuta indispensabile per garantire lo sviluppo degli interessi economici delle nascenti industrie piemontesi e lombarde.
Di fatto la a nuova linea ferroviaria adriatica fu la prima via di comunicazione tra il meridione e il nord Italia. Sul versante tirrenico in quegli stessi anni, non c'erano ferrovie più a sud di Eboli e nemmeno si pensava di costruirne.

La ferrovia adriatica, superando grandi difficoltà logistiche, fu costruita per lunghi tratti esattamente a ridosso della costa, senza immaginare possibili sviluppi turistici o architettonici futuri di quei luoghi. Dopo Pescara e Ortona nel 1863, Bari fu raggiunta il 26 febbraio 1865, e il 24 maggio successivo la linea raggiunse Brindisi. La linea ferroviaria adriatica fu completata sette anni dopo, il 22 settembre 1872 con il collegamento tra Lecce e Otranto. A quel punto l’isolamento del meridione orientale poteva dirsi concluso e la nuova linea ferroviaria era pronta per ricevere il traffico di passeggeri e merci provenienti da tutta Europa. Ai treni passeggeri nazionali sulla tratta Bologna-Lecce-Otranto si aggiungevano convogli internazionali e treni merci, che congiungevano la Gran Bretagna con l'India attraversando Francia, Italia e proseguendo poi via nave verso il Canale di Suez in Egitto. 

La Valigia delle Indie - così si chiamava il sistema di trasporto che congiungeva Londra a Bombay in 22 giorni di viaggio - entrava nella nostra nazione attraverso il traforo del Frejus e percorreva i 1.210 km di distanza tra Bardonecchia e Brindisi in 27 ore. Da lì un piroscafo partiva alla volta di Alessandria, da dove la ferrovia portava passeggeri e merci sino a Suez e qui di nuovo un’altra nave partiva alla volta dell’India.

Il giorno settimanale di partenza del convoglio ferroviario dalla stazione di origine, Londra, era il venerdì e il treno partiva alle 21 in punto. La media oraria a cui viaggiava il treno, era di circa 45 km/h.

Oggi la ferrovia adriatica, con lo scopo di realizzare una linea più veloce e dare più respiro al territorio privilegiando l’iniziativa turistica, è stata arretrata rispetto alla costa in molti punti, grazie a delle varianti e bypass. Altri progetti per l’alta velocità sono in discussione. Al posto della ferrovia adriatica oggi, in alcuni tratti recuperati e riqualificati, sono state create una serie di piste ciclabili che corrono a pochi metri dal mare. Sono percorsi bellissimi. 

È proprio su uno di questi tratti di ferrovia trasformata inn pista ciclabile, sulla Costa dei Trabocchi tra Fossacesia Marina e Ortona, che si è corsa ieri la prima tappa del 106esimo Giro d’Italia, una prova a cronometro individuale di 19,7 chilometri. La Via Verde, lungo cui è transitata la gara, è una ciclovia di circa 42 chilometri che percorre uno dei tratti di costa più suggestivi dell'Adriatico, immersa nella natura, a pochi metri dal mare. Se non siete mai stati in zona a pedalare, mettete in calendario un weekend.  

Sulla competizione, che ha mostrato il dominio assoluto del favorito Remco Evenepoel, c’è davvero poco da dire. Evenepoel con una prestazione monstre ha preceduto in classifica per 22” secondi il detentore del record dell’ora Filippo Ganna, terzo posto per Joao Pedro Almeida. Al quarto posto un inatteso Tao Geoghegan Hart, già vincitore del Giro d’Italia 2020, che è sembrato in grande spolvero. Di lui, abbiamo scritto ieri.

Al termine del tratto di pista ciclabile pianeggiante, al secondo rilevamento cronometrico dopo 16,8 km di gara, appena prima dell’inizio della salita finale, Remco Evenepoel aveva una velocità media di 58.72 km/h. Mostruoso. È in quella sezione più scorrevole di gara, in soli 17’ minuti di competizione, che Remco ha costruito quasi tutto il suo vantaggio. 

A quel rilevamento tra i pretendenti alla vittoria finale Almeida aveva già 33” di ritardo , Geoghegan Hart ne aveva 44", Roglic 42”, mentre Geraint Thomas risultava staccato di 36”. Analizzando i parziali al termine della salita sul traguardo di Ortona, soltanto Almeida e Geoghegan Hart sono stati capaci di recuperare qualcosa in salita.

La prossima prova contro il tempo individuale arriverà alla tappa numero 9, la Savignano sul Rubicone–Cesena di domenica 14 maggio. Saranno 35 chilometri completamente pianeggianti, con lunghissimi rettilinei perfettamente idonei a chi è capace di spingere lunghi rapporti e fare grande velocità. Calcolatrice alla mano con questo Evenepoel che viaggia come un treno, i distacchi per i suoi avversari potrebbero aggirarsi tra il 1’20” e i 2’ minuti.

In nome dello spettacolo, soltanto per il godere di un Giro d’Italia combattuto e divertente, speriamo in un ritardo della locomotiva Evenepoel sulla tabella di marcia.

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