Giro 2023 | Strade scivolose, cani randagi e caos a Salerno

Doveva essere una giornata semplice per gli uomini di classifica, ma la quinta tappa ha dimostrato che c'è poco spazio per il relax in una gara di tre settimane.

Molti pensano che vincere un Grande Giro di tre settimane significa essere il corridore più forte della corsa. Certo, il numero di watt che un corridore è in grado di produrre in una cronometro o su per le alte montagne è un elemento cruciale per conquistare la vittoria in un tour come il Giro d'Italia, ma, come ha dimostrato la quinta tappa della corsa, c'è molto di più. Quella che avrebbe dovuto essere una giornata semplice per i pretendenti alla classifica generale si è trasformata in una delle giornate più caotiche e stressanti dell'edizione 2023.

La colpa è soprattutto di una cosa: il tempo. Il Giro d'Italia di quest'anno non è stato graziato dal sole della Costiera Amalfitana. Sembra invece che gli acquazzoni di aprile arrivino con un mese di ritardo e facciano sentire la loro presenza. I corridori hanno iniziato la tappa di 171 km avvolti in abiti da pioggia, con le giacche che sventolavano al vento e il cielo che sputava enormi gocce d'acqua sulle strade scivolose del Sud Italia.

La prima caduta della giornata sembrava quasi inevitabile, dopo meno di dieci chilometri di gara. Martin Marcellusi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e Stefano Gandin (Team Corratec-Selle Italia) sono caduti su una delle prime discese simili a una pista di ghiaccio mentre cercavano di creare una fuga. La loro sfortuna ha dato il tono al resto della giornata e le strade così insidiose hanno reso il gruppo lento e nervoso, che si è mosso con cautela.

Ma nessun accorgimento sui freni e nessuna attenzione in curva avrebbero potuto evitare ciò che è successo in questa disgraziata tappa del Giro d'Italia. Mentre il gruppo percorreva le strade della Campania, un piccolo cane randagio dall'aria terrorizzata si è trovato sulla strada con il gruppo del WorldTour che gli sfrecciava incontro. Con il pelo bagnato e gli occhi spalancati per lo shock, il cane è finito sulla strada di Remco Evenepoel, ex leader della corsa e campione del mondo. Mentre il belga sterzava per evitare il cane randagio, ha urtato un cordolo a lato della strada, ribaltandosi sul manubrio e finendo faccia a terra sull'asfalto. Evenepoel sarà pure il favorito assoluto per la vittoria di questa corsa e avrà pure i migliori numeri di potenza del gruppo, ma il suo strano incidente è servito a ricordare che nei Grandi Giri nulla è scontato e che anche in giornate che non dovrebbero essere così cruciali per chi punta alla classifica generale, tutto può accadere.

Per fortuna, alla fine il corridore della Soudal-Quick-Step ha rimontato in sella alla sua bici e si è rimesso in marcia verso il gruppo, facendoci anche un pollice in su verso la telecamera per indicare che non era ferito. Ma il Giro d'Italia non aveva ancora finito con Evenepoel e con gli altri corridori del gruppo in questa misera quinta tappa.

Mentre il traguardo si avvicinava e le squadre iniziavano a cercare di posizionare i loro velocisti, mentre altre lottavano per tenere i loro pretendenti alla classifica generale fuori pericolo, le cadute si sono ripetute. A 7 km dall'arrivo, all'ultima curva della tappa, le ruote dei corridori sono scivolate via da sotto i loro piedi e sono caduti a terra. Tra le vittime di questa disavventura c'erano corridori del calibro di Primož Roglič, Jay Vine e il portacolori della maglia rosa Andreas Leknessund. Poiché l'incidente è avvenuto al di fuori dei tre chilometri dal traguardo, si è scatenata una frenetica rincorsa di questi corridori per rientrare nel gruppo. Un duro lavoro per Jumbo-Visma e Roglič, che hanno dovuto fare uno sforzo enorme per riprendere contatto con il gruppo.

Ancora sfortuna per Evenepoel, che si è ritrovato in una seconda caduta a tre chilometri dal traguardo. Visibilmente furioso, è rimontato in sella alla bici e ha corso fino al traguardo: una giornata da dimenticare per il corridore della Soudal-Quick-Step.

Mentre Kaden Groves sprintava verso la vittoria sulle strade inzuppate di Salerno, la dose finale di sfortuna è stata servita a Mark Cavendish. Il ciclista britannico si è scontrato con Alberto Dainese del Team DSM (che alla fine è stato relegato in fondo al gruppo per volata irregolare) ed è scivolato sul traguardo. Cavendish ha tagliato il traguardo al quarto posto, il miglior risultato della sua corsa fino a quel momento, anche se ottenuto sul sedere piuttosto che in sella.

Resta da vedere quali saranno i risultati di una giornata frenetica al Giro d'Italia come quella di oggi, ma sono molti quelli che si dovranno prendersi cura delle ferite dopo la tappa. Anche se i principali favoriti per la classifica generale hanno evitato perdite di tempo, gli sforzi che hanno dovuto sostenere e l'impatto delle botte sui loro corpi potrebbero diventare importanti nel prosieguo della corsa. Il più importante di questi corridori è Evenepoel: è la seconda giornata di stress che il belga ha subito dopo essersi trovato dalla parte sbagliata di una frazione nella frenetica apertura della terza tappa di ieri, e questo stress senza dubbio si accumulerà e avrà un effetto quando la corsa arriverà in montagna.

Si può solo descrivere come una giornata infernale al Giro d'Italia e serve a ricordare le difficoltà e le sfide che la corsa per la classifica generale di un Grande Giro può presentare. Che si tratti di infortuni dovuti a cadute o del rischio di malattie dovute al freddo e alla sporcizia che si solleva dalle strade bagnate, sono le tappe come quella di oggi che possono avere un impatto inaspettato sull'esito complessivo della corsa. Le tappe di montagna serviranno allo scopo, ma alla fine potrebbero essere le giornate che nessuno si aspetta e che le squadre della classifica generale non possono controllare a risultare le più importanti di tutte.

 

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