intervista di : EMILIO PREVITALI
fotografie di: FEDERICO VANDONE DELL’ACQUA
Una cosa che ho scoperto durante le mie avventure in bicicletta in giro per il mondo è che anche le persone che non hanno niente, quelle apparentemente ancora più in difficoltà di te, quando ti vedono arrivare in bicicletta e capiscono che hai fame o freddo, si danno da fare per darti una mano. Meno uno ha, più tende a condividerlo con gli altri.
Quale è l’incontro più bizzarro che hai fatto nei tuoi viaggi in bicicletta?
In Mongolia sono arrivato ad una tenda in mezzo al nulla e mi sono fermato. Le persone che c’erano lì non avevano acqua ma a tutti i costi hanno voluto offrirmi della vodka prodotta da loro. Non c’è stato verso di andarsene via senza berne un po’ e metterne nella borraccia. È bizzarro abbastanza
Quale è la differenza tra un corridore professionista e la tua professione di ciclista e divulgatore?
Io a differenza di un professionista, non posso permettermi il lusso di concentrarmi soltanto sulla performance. Nel mio caso la performance va raccontata, devi descriverla, quindi non puoi limitarti a dire cosa è successo ma devi far sentire agli altri quali sono i tuoi sentimenti, il tuo stato d’animo. Questo porta in sé il desiderio e il piacere della divulgazione e si estende a quello che vedi intorno a te. Nella mia storia personale sono partito raccontando quello che sentivo e che succedeva a me, e sono finito a raccontare quello che vedo intorno.
Cosa ha portato il ciclismo alla tua vita?
Dal ciclismo oltre alla gioia ho avuto gli strumento per affrontare la vita. È stato uno strumenti per crescere, una grande palestra di vita.
Quale è il “click” della tua vita da ciclista?
Sicuramente io sono diventato ciclista il giorno in cui in TV ho visto Marco Pantani alzarsi in piedi sui pedali e scattare sul Mortirolo, nel 1994.
La prossima avventura?
Da piccolo sognavo di diventare un corridore professionista, tra pochi giorni invece parto con il mio progetto Antartica Unlimited e tenterò di attraversare l’Antartide in bicicletta passando per il Polo Sud. Speriamo di riuscirci.