LA RICETTA NORVEGESE | Giro 2023 | Tappa 4

LA RICETTA NORVEGESE | Giro 2023 | Tappa 4

Autore: Emilio Previtali cta Giro 2023

 

La Maglia Rosa ha cambiato proprietario. Dalle spalle di Remco Evenepoel dopo la tappa di ieri, la Venosa - Lago Laceno di 175 km, è passata su quelle di Andreas Leklessund, norvegese in forza al Team DSM. La corsa è stata vinta dal francese Aurélien Parte-Peintre dell’AG2R Citroën Team, terzo posto per il lituano Toms Skujuns di Trek-Segafredo

“L’altro giorno in gruppo, mentre pedalavo, guardavo Maglia Rosa indossata da Remco e pensavo che è davvero bellissima. La ammiravo, perso tra i miei pensieri. Non è un’idea che mi era passata nemmeno per l’anticamera del cervello, quella di indossarla uno di questi giorni, non ci avevo proprio pensato”, ha commentato Leklessund nel dopo gara. “Comunque ora che è sulle mie spalle, posso dirlo: la Maglia Rosa è bellissima. Lo prendo come un premio per tutto il lavoro fatto sin qui”, ha concluso il 23enne di Tromsø. 

Della quarta tappa, caratterizzata da una fuga che ha faticato a prendere il largo e del tentativo dichiarato della Soudal Quick-Step di perdere la leadership della classifica generale per non sprecare troppe energie avrete già sentito dire, a questo punto. A parte il registrare finalmente una tappa combattuta e bella da guardare sin dalle prime fasi, con una fuga andata a buon fine, vale quindi la pena di concentrarsi su altro. Sul sistema di ricerca dei talenti nello sport giovanile norvegese, ad esempio.

Conoscete altri ciclisti norvegesi oltre a Edvald Boasson-Hagen e Andreas Leklessund? Il campione del mondo in carica a cronometro è il 25enne Tobias Foss, ad esempio. Jakob Ingebrigtsen e Karsten Warholm sono due talenti dell’atletica leggera in testa al ranking mondiale delle proprie specialità, 1500m e 400m ostacoli. Sapete di che nazionalità sono? Norvegesi. Erling Haaland, il calciatore in grado di polverizzare alla sua prima stagione il record di reti segnate nella Premier League, sapete di che nazione è? Norvegese. Prima di approdare al calcio all’età di 14 anni, Haaland ha giocato a pallamano, golf, tennis, ha gareggiato in varie discipline dell’atletica, nello sci di fondo e chissà quale altro sport ancora. Il campione olimpico di triathlon e detentore della migliore prestazione mondiale sulla distanza Ironman? Kristian Blummenfelt, è norvegese. L’ultimo vincitore dell’Ironman World Championship delle Hawaii? Gustav Iden, anche lui è norvegese. I campioni olimpici in carica del beach volley? Anders Mol e Christian Sorum, norvegesi pure loro.

Norvegia, Norvegia, Norvegia. Non può essere un caso. 

Immagine: Getty Images

"Il modello sportivo norvegese è basato sul gioco sportivo e sulla possibilità per un giovane atleta di gareggiare in molte discipline o molti sport contemporaneamente", ha spiegato Karsten Warhol in un’intervista. “Io stesso mi sono concentrato soltanto sui 400 ostacoli solo dopo aver battuto il record mondiale alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020, passati i venti anni. Penso che avere una base ampia di esperienze sportive e restare lontani dallo stress agonistico, sia fondamentale. Non ho mai sentito alcuna pressione da parte dei miei allenatori, insegnanti o genitori. Nessuno mi ha mai spinto o obbligato a gareggiare e proprio questo, credo, si è creata dentro di me una forte motivazione personale. Ho una mia fiamma che arde per lo sport. Nessuno mi spinge, la motivazione fa parte di me”. La Norvegia ha introdotto la ‘Carta dei Diritti dei Bambini nello Sport’ nel 1987 e l’ha aggiornata nel 2007. È un documento guida lungo otto pagine che inizia così: “I bambini praticano sport perché si divertono. Questo è il principio di base a cui tutti gli allenatori, dirigenti sportivi e genitori norvegesi devono attenersi”. Nel documento poi sono elencati una serie di diritti fondamentali per i giovani norvegesi tra cui quello di “ricevere educazione sportiva e assistenza indipendentemente dalla decisione di partecipare alla attività agonistica” oppure “il diritto di poter praticare contemporaneamente differenti sport a differenti livelli”. 

Andreas Leknessund, la nuova Maglia Rosa, è professionista dal 2021 e ha sempre corso nel DSM Team. Ha corso prima di approdare al professionismo nella Uno-X Norvegian Development team, ma è sempre rimasto aperto a nuove esperienze e nuove avventure sportive. Si considera “uno specialista delle cronometro buono anche in salita” e non sa esattamente ancora che tipo di corridore è. “Forse tra un po’ potrò diventare buono anche per i grandi giri”, afferma “per ora mi sento più portato per le gare di un giorno sulle Ardenne”. La voglia di mettersi in gioco, senz’altro non gli manca. Nel 2018, nel suo periodo di off-season e rigenerazione ha deciso di provare a correre una maratona. Nessuna esperienza specifica nel running, nessuna aspettativa, solo la voglia di mettersi alla prova. “I giorni da poter dedicare all’allenamento erano nove in tutto, pochi, però meglio che niente. Mi sarebbe piaciuto poter dedicare al progetto più tempo, ma quello era il tempo che avevo a disposizione e quello ho usato. Anzi, abbiamo usato – eravamo in due, io e un mio amico”. Per la cronaca Andreas Leknessund ha portato a termine la sua prima maratona, senza preparazione specifica, in 3h01’. “In molti dopo la mia maratona mi avevano chiesto se ero deluso per non essere sceso sotto le 3h . Ho fatto sette allenamenti in nove giorni, come potevo dirmi deluso? Certe volte serve imparare a essere contento dei risultati che ottieni, invece che essere deluso per qualcosa che ti è mancato”.


Sempre quell’anno, nel 2018 a soli 19 anni, Andreas Leknessund nella prova cronometro dei campionati nazionali norvegesi si è piazzato al secondo posto dietro a una leggenda come Edvald Boasson Hagen, staccato di soli 7”. Anche in quell’occasione qualcuno gli aveva chiesto se non era dispiaciuto per non aver vinto la gara. “Dispiaciuto per un secondo posto? Io avevo solo 19 anni, non gareggiavo ancora da professionista e il terzo classificato era a oltre un minuto da me. Non ero dispiaciuto, facevo i salti di gioia”.


Forse sono proprio la gioia e la polivalenza, il segreto norvegese per essere felici e vincenti nello sport. A quanto pare la gioia, funziona anche nel ciclismo.

 

Immagine di copertina: Swpix

Autore: Emilio Previtali cta Giro 2023


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