I migliori sprinter del Giro d'Italia: i Re della velocità

I migliori sprinter del Giro d'Italia: i Re della velocità

Le tappe veloci del Giro sono poche e lontane tra loro ma sono spesso imprevedibili, emozionanti ed esplosive. In occasione della Ravenna-Verona, tappa per velocisti, Rouleur passa in carrellata alcuni dei migliori sprinter visti al Giro d'Italia.

Giro d'italia 2021 Traduzione: Giuseppe Gambarini Words: Rachel Jary

Con Alpi e Appennini, il Giro non è sempre stato una gara appetibile per gli uomini veloci. La sua posizione nel calendario UCI lo pone prima del Tour de France, dove gli sprinter più forti hanno maggiori possibilità di passare alla storia sui Champs-Élysées, è come dire Wembley per quanto riguarda il tennis.

Partecipare prima al Giro d’Italia e poi al Tour de France richiede molto a livello fisico, così molti sprinter solitamente saltano il Giro, risparmiandosi le gambe per le volate francesi. È la scelta di Sam Bennett per quest'anno. Caleb Ewan, esaurite le possibilità di vittoria che per gli sprinter al Giro sono quasi tutte concentrate nella prima parte della gara, ha abbandonato. Nel suo calendario ci sono sia il Tour che la Vuelta, quindi l'australiano deve essere parsimonioso con la quantità di giorni di gara per evitare di arrivare a fine stagione senza energie. Certo, per gli spettatori del Giro è stata una vera e propria delusione, una specie di tradimento.

Nel 1958, con l'introduzione della classifica a punti, il Giro cercò di attirare più velocisti sulle sue strade. Nel 1967, una maglia rossa fu assegnata al leader di questa classifica per poi diventare la maglia ciclamino, vinta da Arnaud Demare l’anno scorso.

La storia del Giro d'Italia è costellata di sfide infuocate per la maglia ciclamino tra i migliori velocisti in circolazione: da Cipollini contro Petacchi, al dominio schiacciante di Cavendish, ecco alcuni tra i migliori sprinter mai visti al Giro.

Mark Cavendish

Le 48 vittorie di tappa nei grandi giri del Missile dell’isola di Man lo pongono certamente tra i pretendenti alla corona di migliore di sempre quando si parla di volate. Quindici di quelle vittorie di tappa sono arrivate al Giro d'Italia e nel 2013, quando correva per l'Omega Pharma Quickstep, ha vinto anche l'ambita maglia ciclamino. I

l background di pistard aiuta sicuramente Cavendish negli sprint di gruppo su strada, la sua alta cadenza di pedalata e la sagoma perfetta conferiscono al britannico un'accelerazione che, quando è al suo meglio, non ha eguali tra i velocisti. La sua posizione aerodinamica riduce la sua area frontale, il che significa che non c’è nessuna resistenza superflua a frenarlo. Cav conquistò la centesima vittoria della sua carriera al Giro del 2013, superando Nacer Bouhanni e Luka Mezgec per aggiudicarsi la sua terza vittoria in quella edizione. Fu una tappa corsa in condizioni brutali, una perturbazione in stile monsonico si abbatté sul gruppo. La sintesi perfetta della sua carriera, la grinta e la determinazione che lo hanno reso un dominatore.

Lo sprint non è solo una questione fisica, forza mentale e una scorza dura sono fattori altrettanto importanti. Vista da alcuni come arroganza, la coscienza nei propri mezzi di Cav – ha spesso affermato di ritenersi il velocista più veloce del gruppo – lo ha aiutato a raggiungere la vetta. “Solo una cosa conta davvero, passare per primo il traguardo”, ha spiegato in un'intervista con il Guardian. Negli ultimi anni la lotta di Cavendish contro il virus Epstein-Barr e i punti interrogativi sulla sua forma hanno riempito i titoli dei giornali, ma la sua determinazione ha, ancora una volta, prevalso, tornando a vincere al Giro di Turchia ad inizio stagione.

“Già nel 2010 dicevano che ero finito e così ogni anno da allora. Gente che non sa nulla di me per cui non mi importa cosa pensano”, in una sua dichiarazione a Matt Stephens dell'anno scorso. A differenza degli altri nella nostra lista, Cavendish è ancora in gruppo, quindi l’elenco delle sue vittorie potrebbe allungarsi. Anche se non sarà al Giro 2021, se la forma che ha mostrato in Turchia continuerà nel 2022, chi può dire che Cav non possa indossare nuovamente, almeno per un po’, la maglia ciclamino?

Robbie McEwen

La leggenda dello sprint australiano Robbie McEwen ha vinto 12 tappe al Giro d'Italia, rendendolo uno dei velocisti più vincenti dei tempi recenti. Anche se è cresciuto a Brisbane, McEwen ha lasciato il segno sulla scena ciclistica europea, dove le velocità folli e le trame tattiche la fanno da padrone. Spesso non dato tra i vincenti nelle gare di prima fascia, McEwen era uno tra i favoriti degli appassionati.

A differenza di Cipollini e Petacchi, McEwen ha conquistato molte delle sue vittorie più impressionanti sfruttando i treni delle altre squadre, seguendo il suo istinto nel caos dello sprint per trovare il buco giusto che gli aprisse la via verso il traguardo. “Posso solo approfittare del lavoro delle grandi squadre con un treno da nove uomini e stare con i migliori", disse parlando di quella che sarebbe stata la sua tattica prima di un Tour. Le sue eccelse abilità di guida sono frutto delle gare di BMX corse in Australia. Poteva contare così tanto su abilità e istinto che McEwen raramente usava la radio in gara per comunicare con la squadra. La scusa era che non poteva mettersela in tasca a causa del troppo cibo.

La stagione in cui McEwen è esploso è la 2002, fatto che lui mette in relazione con l’introduzione di test validi in grado di rilevare l’EPO nel corso del 2001. Parlava spesso di quei test come di un fattore che aveva ridotto di molto il numero dei ciclisti che imbrogliavano, il che aveva reso le gare più lente e rimesso tutti sulla stessa linea di partenza. Dopo il ritiro, McEwen è rimasto con la Orica-Greenedge come allenatore degli sprinter, condividendo così le sue esperienze con le future generazioni di talenti della volata. Il razzo tascabile australiano Caleb Ewan è spesso paragonato a McEwen, e Caleb può sfruttare il Giro di quest'anno per avvicinarsi alle 12 vittorie di tappa di McEwen.

Alessandro Petacchi

Mario Cipollini si stava impegnando a fondo per battere il record di vittorie di tappa al Giro d'Italia detenuto da Alfredo Binda, ma c'era un uomo sulla sua strada: Alessandro Petacchi. Petacchi ha vinto tappe in tutti i grandi giri oltre alla Milano Sanremo, la classica monumento per i velocisti. Conosciuto come Ale-Jet, la sua esplosività contrastava con la progressione di Cipollini e lo rendeva imbattibile negli sprint di gruppo. Il diverso modo di sprintare non era l'unica cosa che li distingueva, Petacchi era schivo nei confronti dei riflettori, riluttante a richiamare l'attenzione su di sé. Nello stesso bar dove avresti potuto trovare una rivista con una foto di Cipo in costume da supereroe, Petacchi probabilmente era in un angolo a sorseggiare un cappuccino, e nessuno lo aveva notato.

Nel 2003, quando Petacchi ottenne la prima delle sue 22 vittorie nella corsa rosa, batté Cipollini allo sprint dopo anni in cui nessuno si era neanche avvicinato a Re Leone. Forse ciò che rende questa rivalità così intrigante è il fatto che Cipo ha fatto da mentore a Petacchi durante tutte le sue prime fasi della carriera. Petacchi ha sfruttato tutto quello che aveva imparato dal suo più esperto collega per arrivare al trionfo. A Cipo mancava una sola vittoria per eguagliare il record di Binda al Giro, quindi non accettò di buon grado di essere stato relegato al secondo posto. “I media hanno dato a Petacchi il titolo di ruota più veloce del mondo dopo una sola stagione”, disse Cipollini. “Mi ci sono voluti quindici anni per guadagnarmi la stessa considerazione”. Petacchi gli rubò la corona del re degli sprint, e gli sprint del Giro erano una furiosa rivalità tra due personalità molto diverse.

Mario Cipollini

Con 42 vittorie di tappa al Giro a suo nome, Cipo non può mancare in questa lista. Nonostante tutta la sua teatralità, le divise zebrate e lo stile di vita da viveur, sono soprattutto le sue gambe che hanno fatto parlare di Cipollini. E non ne stiamo parlando della sua partecipazione a Ballando con le stelle (la puoi vedere qui, a tuo rischio e pericolo.)

Quando era al suo meglio, la velocità di ”Super Mario” era inarrivabile per i suoi rivali. Ad aiutarlo c’erano la sua svettante statura di 1,89 e la sua corporatura massiccia che sicuramente intimidivano alcuni dei suoi colleghi più minuti. La Saeco di Cipollini è stata la prima squadra a introdurre i treni nelle fasi conclusive. La loro tattica consisteva nell’impostare un ritmo così vertiginosamente alto da rendere impossibile anche solo pensare ad un attacco, e consentiva a Cipollini di avere una corsia libera verso il traguardo. Aveva uno sprint lungo, più una "progressione" come la descrive Cesare, suo fratello maggiore, quindi impostare un ritmo veloce che portasse agli ultimi metri della gara era essenziale per assicurarsi la vittoria. Cipo non provò mai neanche a solo dissimulare il suo disgusto per le salite, alla Vuelta spesso non si presentò neanche alla partenza di tappe solo collinari. Oggi è una pratica comune tra gli sprinter, ma Cipollini ha spesso fatto infuriare i più puristi tra gli appassionati, facendo pubblicare sue foto steso in spiaggia a rilassarsi mentre i suoi avversari faticavano sulle salite.

Conosciuto come il “Re Leone”, Cipollini si contende con Peter Sagan il titolo di velocista intrattenitore nella storia del ciclismo. Cipollini ha ispirato molta più animosità, spesso a ragione, ma le sue gigionate hanno lasciato un'impressione eterna sul Giro.

Uno sguardo al futuro

La lotta negli sprint nel Giro di quest'anno è probabilmente più equilibrato che mai. Con un mix di nuovi talenti come Merlier, Ewan, Dekker e Groenewegen e atleti più esperti come Viviani e Sagan, il risultato finale è sempre incognito. Merlier sembra essere quello con il futuro più radioso in termini di talento nello sprint: ha messo tutti dietro nella seconda tappa.

Tuttavia, non si può sapere con certezza quanto possa mantenere questo stato di forma nell'arco delle tre settimane, mentre i vincitori abituali di tappe del grandi giri come Sagan hanno certamente le doti di resistenza necessarie. Il duo Jumbo-Visma formato da Dekker e Groenewegen può offrire un attacco a due punte.

Sembra che non ci sia uno sprinter imbattibile e dominante quest'anno, come invece è stato il caso in alcune recenti edizioni della gara. 

 

Le giornate di dominio assoluto come quelle dell’era Cipollini sono ormai passate da tempo e il livello medio del gruppo è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, regalandoci alcuni degli sprint più belli che si siano mai visti nei grandi giri.
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