L'abbandono del Tour de France da parte di Mark Cavendish durante l'ottava tappa è stato accolto con grande tristezza. Non ci sarà mai la tanto attesa 35a vittoria di tappa dato che il corridore dell'Astana Qazaqstan si ritirerà alla fine di questa stagione, senza aver mai superato il record che attualmente detiene insieme al grande Eddy Merckx. Per un breve periodo non si è parlato d'altro. Ma, come sempre, il Tour de France va avanti. Non aspetta nessuno. Per quanto crudele questo possa essere, c'è già un nuovo velocista che sta dominando la scena: Jasper Philipsen. Sarà lui il prossimo a battere i record?
Sebbene sia forse troppo presto per stabilire se Philipsen nella sua carriera raggiungerà mai il successo astronomico di un velocista come Cavendish, il Tour di quest'anno ci ha finora mostrato che il corridore dell'Alpecin-Deceuninck è una spanna sopra gli altri. Di solito, dopo le tappe in volata, si possono fare critiche e analisi su come i corridori avrebbero potuto agire diversamente per assicurarsi la vittoria. Si discute di quando hanno esitato, o hanno scelto la linea sbagliata da seguire, o hanno perso la ruota dei loro compagni di squadra. Nella tappa di oggi, tuttavia, c'era poco da dire. Philipsen era semplicemente più veloce di tutti gli altri, e non solo di poco. Ha avuto persino il tempo di guardarsi alle spalle e di vedere il distacco che aveva dai suoi avversari mentre si avvicinava al traguardo. Era da un po' che non si vedeva un velocista come lui.
La sua ultima vittoria è forse la più impressionante di tutte. I critici di Philipsen hanno commentato che il corridore belga é arrivato in carrozza al traguardo durante le sue precedenti vittorie di tappa, dovendo solo seguire la ruota dello straordinario compagno di squadra Mathieu van der Poel. Nella giornata di sprint a Nogaro, ad esempio, Philipsen è stato portato in testa negli ultimi 500 metri grazie a un'incredibile stacco del suo compagno di squadra olandese. Lo stesso Philipsen ha commentato dopo la tappa che non sarebbe riuscito a conquistare la vittoria senza l'aiuto di MVDP. Oggi, però, con Van der Poel sottotono, Philipsen ha fatto tutto da solo.
E nell’ultimo chilometro l'ha fatto navigando sulle ruote delle altre squadre con un coraggio da cardiopalma. Dalla ruota posteriore di Wout van Aert a quella di Alexander Kristoff fino a quella di Dylan Groenewegen, Philipsen ha fatto in modo di non esporsi al vento un secondo più del necessario. I barrage e le toccate di spalle erano ovunque, ma Philipsen non ha mostrato un briciolo di paura. Compagni di squadra o meno, il 25enne ha tenuto una masterclass su come vincere uno sprint di gruppo. Possiamo chiamarlo Jasper the Master ora? "Forse sì", ha detto Philipsen dopo la tappa.
L'essere un maestro dello sprint sul palcoscenico più importante non è solo la presentazione sul podio e la sensazione di gloria quando si ha l'opportunità di alzare le mani in alto. Philipsen ha anche parlato onestamente dei tanti commenti negativi che ha ricevuto finora durante questo Tour, rivelando nella sua rubrica per Het Belang van Limburg che potrebbe scorrere per ore i messaggi di odio su Instagram, molti dei quali provenienti da fan di personaggi come Biniam Girmay e Mark Cavendish, che lo accusano di aver corso pericolosamente contro i loro beniamini durante la corsa di quest'anno.
Ma Philipsen, come tutti i grandi velocisti apparentemente devono fare, ha anche dimostrato la sua capacità di recupero. Ha spiegato che non si è fatto scoraggiare dalla negatività e ha risposto a questi commenti nel modo che conosce: rimanendo il miglior velocista in gara, lealmente. Philipsen può essere paragonato a Cavendish anche in questo. Entrambi sono corridori fisici che non hanno paura di superare i limiti nelle volate ed entrambi rispondono alle critiche con fiducia e sicurezza. Si tratta di caratteristiche fondamentali per i vincitori.
In effetti, nelle corse ciclistiche in generale, ma soprattutto negli sprint, la forza mentale è importante quanto quella fisica. Si tratta di credere nelle proprie convinzioni, di avere fiducia in se stessi per raggiungere le proprie possibilità e di rimanere forti di fronte agli oppositori. Cavendish ci è riuscito e sembra che anche Philpsen sia in grado di farcela. Anche se le 34 vittorie di tappa sono ancora molto lontane per il 25enne belga, Jasper Philipsen sta intanto iniziando a prenderci gusto a vincere.
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