Se tu potessi cambiare una cosa a questo mondo, quale sarebbe? L’indifferenza.

Se tu potessi cambiare una cosa a questo mondo, quale sarebbe? L’indifferenza.

Un estratto dell’intervista di Emilio Previtali a Omar Di Felice, ex ciclista professionista e oggi campione di ultra cycling, che potrete leggere in versione integrale nel numero 11 di Rouleur Italia prossimamente in uscita.

fotografie di: FEDERICO VANDONE DELL’ACQUA intervista di : EMILIO PREVITALI

intervista di : EMILIO PREVITALI 

fotografie di: FEDERICO VANDONE DELLACQUA 

Una cosa che ho scoperto durante le mie avventure in bicicletta in giro per il mondo è che anche le persone che non hanno niente, quelle apparentemente ancora più in difficoltà di te, quando ti vedono arrivare in bicicletta e capiscono che hai fame o freddo, si danno da fare per darti una mano. Meno uno ha, più tende a condividerlo con gli altri. 

Quale è l’incontro più bizzarro che hai fatto nei tuoi viaggi in bicicletta?
In Mongolia sono arrivato ad una tenda in mezzo al nulla e mi sono fermato. Le persone che c’erano lì non avevano acqua ma a tutti i costi hanno voluto offrirmi della vodka prodotta da loro. Non c’è stato verso di andarsene via senza berne un po’ e metterne nella borraccia. È bizzarro abbastanza 

Quale è la differenza tra un corridore professionista e la tua professione di ciclista e divulgatore?
Io a differenza di un professionista, non posso permettermi il lusso di concentrarmi soltanto sulla performance. Nel mio caso la performance va raccontata, devi descriverla, quindi non puoi limitarti a dire cosa è successo ma devi far sentire agli altri quali sono i tuoi sentimenti, il tuo stato d’animo. Questo porta in sé il desiderio e il piacere della divulgazione e si estende a quello che vedi intorno a te. Nella mia storia personale sono partito raccontando quello che sentivo e che succedeva a me, e sono finito a raccontare quello che vedo intorno. 

Cosa ha portato il ciclismo alla tua vita? 

Dal ciclismo oltre alla gioia ho avuto gli strumento per affrontare la vita. È stato uno strumenti per crescere, una grande palestra di vita. 

Quale è il “click” della tua vita da ciclista? 

Sicuramente io sono diventato ciclista il giorno in cui in TV ho visto Marco Pantani alzarsi in piedi sui pedali e scattare sul Mortirolo, nel 1994. 

La prossima avventura? 

Da piccolo sognavo di diventare un corridore professionista, tra pochi giorni invece parto con il mio progetto Antartica Unlimited e tenterò di attraversare l’Antartide in bicicletta passando per il Polo Sud. Speriamo di riuscirci. 

fotografie di: FEDERICO VANDONE DELL’ACQUA intervista di : EMILIO PREVITALI

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