Sono i passi di montagna a conferire al Tour de France la maggior parte della sua iconicità. Questi sono testimoni di battaglie epiche, storie leggendarie e vittorie inaspettate, che riportano indietro alle origini della corsa. Queste salite sono diventate cruciali nel determinare chi indosserà l'ambita maglia gialla e, alla fine, chi sarà il vincitore del prestigioso Grande Giro. Nonostante un percorso più vario rispetto all'edizione 2023, anche quest'anno avranno un ruolo fondamentale nel decretare il vincitore.
Con tutto quello che la Francia può offrire, Alpi e Pirenei incluse, l'edizione 2024 prevede sette tappe di montagna, di cui quattro con arrivo in salita. Si può quindi pensare che il percorso di quest'anno sia disegnato per coloro che amano sfidarsi quando la strada sale. Fin dal primo chilometro di gara, la tappa da Firenze a Rimini presenta sette salite di seconda e terza categoria. La prima vera giornata di montagna arriva presto, già nella quarta tappa - quindi ci si aspetta sin dall’inizio una lott
La 111ª edizione del Tour si presenta con tante salite iconiche ed altre meno note, e noi siamo andati ad evidenziare le più dure che i corridori dovranno affrontare nell’arco delle ventuno tappe.
Col du Galibier - TAPPA 4
Il primo vero e proprio test arriva presto, già nella quarta tappa, quando la corsa dovrà attraversare il confine tra Italia e Francia attraversando le Alpi. Si tratta di una frazione a tre stelle, con Sestrière (39,9km al 3,7%) e Monginevro (8,3km al 5,9%) prima della salita hors categorie del Col du Galibier (23km al 5,1%). Quest'ultimo è un passo di montagna nella regione meridionale del Delfinato, sulle alpi francesi, ed è stato introdotto per la prima volta nel 1911. Da quel giorno, questa salita è stata lo sfondo di alcune memorabili tappe del Tour, in particolare nel 2011, quando la Grande Boucle ha celebrato il 100° anniversario della sua scoperta. In quell'occasione vinse Andy Schleck - fu la prima volta che vide il Galibier come arrivo di tappa. Da quel giorno, anche corridori come Primož Roglič (2017), Nairo Quintana (2019) e Jonas Vingegaard avranno un bel ricordo delle vittorie di tappa sul Col du Galibier.
Col du Galibier by Daniel Hughes
Essendo l'ottavo passo asfaltato più alto nelle Alpi, è spesso il punto più alto della competizione, ma quest'anno il Tour raggiungerà una quota ancora più elevata nell'ultima settimana. Il passo sarà comunque la salita su cui verrà assegnato il premio in denaro Souvenir Henri Desgrange al primo corridore che lo scalerà. Si preannuncia una tappa che separerà davvero chi può vincere il Tour da chi non potrà farlo, dato che i corridori affronteranno 3.600 metri di dislivello in 139,6 km.
SAINT-LARY-SOULAN PLA D’ADET - TAPPA 14 / PRIMO ARRIVO IN SALITA
Per il primo arrivo in salita dovremo attendere la quattordicesima tappa, quando i Pirenei faranno la loro prima apparizione. La Saint-Lary-Soulan Pla d'adet è una salita di 10,6 km con una pendenza media del 7,9%, che raggiunge l'11,7% nelle fasi iniziali. La prima volta che la salita è stata inserita nella corsa è stato 50 anni fa, nel 1974, quando Raymond Poulidor vinse una tappa di 209 km. L'ultima volta è stata inserita nell'edizione del 2014, con la vittoria di Rafał Majka. A dieci anni dalla sua ultima apparizione, la splendida località sciistica di Saint-Lary 1700 ne ospiterà ancora una volta l'arrivo, a 1.680 metri sul livello del mare. Si tratta di un'ascesa impegnativa, resa più dura dalle due salite monumentali che la precedono, e il ritmo sarà fondamentale, soprattutto nei chilometri iniziali.
COL DU TOURMALET - TAPPA 14
Il Col du Tourmalet è una delle salite più famose del Tour de France, essendo stato percorso in molteplici edizioni. Non si tratta della salita più lunga, più ripida o più alta del Tour, ma forse è la combinazione più difficile di tutte e tre le caratteristiche. Questa salita leggendaria, inserita per la prima volta nel 1910, si trova sui Pirenei. Octave Lapize fu il primo a vincere dopo aver conquistato i suoi infidi pendii, a volte scendendo per spingere la bici sulle ardue pendenze. Nel corso della storia, il Tourmalet è stato traguardo di tappa solo in tre occasioni: l'ultima nel 2019, quando Thibaut Pinot trionfò deliziando i tifosi francesi su una delle salite più sacre del Paese. Andando indietro, il Tourmalet ha visto trionfare Andy Schleck nel 2010 e Jean-Pierre Danguillaume nel 1974.
Col du Tourmalet by Michael Blann
Quest'anno farà la sua comparsa nella quattordicesima tappa, che va da Pau a Saint-Lary-Soulan Pla d'Adet per un totale di 151,9 km con un dislivello di 4000 metri. Con 19 km di ascesa e una pendenza media del 7,5%, il Tourmalet darà il via a una giornata brutale per il gruppo, essendo la prima di una sequenza che prevede l'Hourquette d'Ancizan e l'arrivo in vetta a Saint-Lary-Soulan Pla d'Adet.
PLATEAU DE BEILLE - TAPPA 15
Probabilmente la quindicesima tappa è la più dura di questa edizione, con cinque passi di montagna e un totale di 5000 metri di dislivello da spalmare su 197,7 chilometri. Andrà in scena nel giorno della ricorrenza della Presa della Bastiglia, e sarà una frazione cruciale che potrebbe far vincere o perdere il Tour a qualche corridore. Il gruppo inizierà a salire da subito attraverso il Col de Peyresourde, salita di prima categoria. Lunga 6,9 chilometri a una media del 7,8%, sarà un assaggio di quel che verrà. Seguiranno il Col de Menté (9,3 km al 9,1%), il Col de Portet-d'Aspet (4,3 km al 9,6%) e il Col d'Agnes (10 km all'8,2%). E se quattro salite di prima categoria non fossero sufficienti, la tappa, lunga 197,7 km, si conclude sul Plateau de Beille, una salita di 15,8 km con una pendenza media del 7,9%. L’arrivo è stato presentato per la prima volta nel 1998, dopo essere stato scoperto dalla Route du Sud (ora Route d'Occitanie) nel 1995, e da allora il Tour si è concluso nella stazione sciistica del dipartimento dell'Ariège in sei occasioni.
COL DE LA BONETTE - TAPPA 19
La diciannovesima tappa sarà un'occasione preziosa per gli scalatori puri, i quali potranno dare il meglio di sé, viste le tre salite sopra i 2000 metri di altitudine. Il test più difficile sarà il Col de la Bonette, che arriva dopo l'ascesa hors categorie del Col de Vars, il tutto dopo appena 63 chilometri. Il Col de la Bonette è la strada più alta d'Europa (anche se non si tratta di un passo vero e proprio), con un'altitudine di 2802 metri sul livello del mare, è la vetta più alta di questo Tour de France. Si tratta di una salita molto costante di 22,9 km, con una pendenza media del 6,8% che aumenta leggermente in prossimità del GPM, toccando punte del 10,3%.
Col de la Bonette by Michael Blann
Fortunatamente, una volta conquistato il Col de la Bonette, i corridori saranno ricompensati con una discesa altrettanto lunga verso la città di Isola, ma è qui che saranno accolti da un'ultima sfida: una salita di 16,1 km fino al traguardo nella stazione sciistica di Isola 2000, nel sud delle Alpi francesi. A questo punto rimangono solo due tappe prima della conclusione, e una frazione come questa potrebbe portare cambiamenti drastici in classifica generale.
COL DE TURINI - TAPPA 20
Il Col de Turini, nella regione delle Alpi Marittime, è stato inserito nel Tour de France solo quattro volte: 1948, 1950, 1973 e 2020. Tuttavia, questa salita non è mai stata protagonista nella penultima frazione della corsa. L'ascesa arriverà a tappa inoltrata, dopo 35 chilometri. Nel complesso, la salita misura 20,7 chilometri con una pendenza media del 5,7%, ma è inserita tra il Col de Braus (seconda categoria) e il Col de la Colmiane (prima categoria). La tappa è un continuo saliscendi, con poco o nessuno spazio per rifiatare prima dell'ultimo arrivo in salita.
COL DE LA COUILLOLE - TAPPA 20
A completare questa tappa implacabile è il Col de la Couillole, ultimo arrivo in salita di questo Tour. La salita è un’prima categoria, lunga 15,7 chilometri con una pendenza media del 7,1% che rimane costante per tutta la sua lunghezza, per la fortuna dei corridori. È stata inserita solo due volte all'interno della Grande Boucle - nel 1973 e nel 1975 - ma è un appuntamento fisso della Parigi-Nizza, quindi molti atleti in gruppo conosceranno le difficoltà di questa ascesa. L'ultimo a vincere sul Col de la Couillole è stato Tadej Pogačar nel 2023, che spera di poter indossare ancora una volta la maglia gialla in cima a questa salita, ma stavolta quella del Tour.
Col de la Couillole by Alex Broadway/SWPix.com
COL D'EZE - TAPPA 21
Invece della classica passerella intorno a Parigi, quest'anno il Tour de France si concluderà con una cronometro individuale da Monaco a Nizza, ma dire ciò non basta. Si tratta di una prova contro il tempo che vede un dislivello di 650 metri lungo un percorso di 34 chilometri. Il Col d'Èze sarà la principale difficoltà per la maggior parte di quei corridori che a differenza di altri rivali non avranno le gambe per salire. La salita di 1,6 chilometri si trova a metà tappa ed ha una pendenza media dell'8,1%. Anche questa è una comparsa regolare all'interno della Parigi-Nizza (anche se fatta dal versante più lungo e duro), che l'ha vista spesso presente nella cronometro conclusiva degli anni passati, e adesso inserita nel circuito finale intorno alla città. L'andatura sarà fondamentale prima della lunga discesa verso Nizza.