I muri più popolari del Giro delle Fiandre
Uno sguardo alle caratteristiche e alla storia di alcune delle salite in pavé che segnano l'identità del Giro delle Fiandre. Su quale muur o tratto di pavé vi posizionereste?
Testo originale: Alvaro Rubio
Abbiamo selezionato sei dei muurs più popolari nella storia della De Ronde, per celebrare la cultura del ciclismo in grande stile. Qual è il vostro luogo preferito?
Molenberg
Per molti anni, il Molenberg è stato il primo punto di svolta del Giro delle Fiandre. Le cattive condizioni dei sampietrini e la loro tenuta causavano molti danni al gruppo. Si trattava di una salita di poco più di 400 metri con una pendenza media del 7%, ma il posizionamento era fondamentale per mantenere la possibilità di essere nel gruppo di testa.Foto: Getty Images
La sua capacità decisiva poteva dettare la sentenza di qualsiasi corridore che non si fosse piazzato tra i primi quindici. È stata inserita per la prima volta nel 1983 e, come molti dei muri vicino a Ninove, dal 2012 ha perso la sua importanza. Tuttavia, continua a far parte del percorso, anche se lontano dal traguardo, per ricordarci la sua identità.
Koppenberg
La salita più temuta. È impressionante osservare l'iconica istantanea dal punto più basso e come la strada in pavé disegni una sinuosa linea retta nella foresta. Un muro con una storia intermittente nel Giro delle Fiandre, dal suo primo inserimento nel 1976, dopo che Walter Godefroot - doppio vincitore della corsa nel 1968 (senza Koppenberg) e nel 1978 (con Koppenberg) - lo aveva scoperto qualche anno prima senza rivelarne l'esatta posizione.
Julian Alaphilippe sul Koppenberg nel 2021 (Foto: Getty Images)
I necessari lavori di manutenzione hanno rimosso i suoi 600 metri con una pendenza media dell'11,6%, e un tratto che raggiungeva il 22%, tra il 1987 e il 2002 per motivi di sicurezza, dopo che l'auto di un organizzatore investì il danese Jesper Skibby. Dal 2022 fa parte anche del percorso della gara femminile.
Presente sul percorso dal 1974 - ad eccezione dei lavori di ripristino del 1993 - il Taaienberg è uno dei grandi muri del Giro delle Fiandre. Lungo poco più di 500 metri, presenta rampe di circa il 16% e i suoi ciottoli conservano il ricordo di grandi attacchi. Questa collina respira la vivace atmosfera fiamminga e la sua notorietà è cresciuta legata alla figura di Tom Bonnen. Il belga si è impossessato della sua durezza con attacchi successivi nella Omloop Het Nieuwsblad e nella E3 Harelbeke, oltre che nella De Ronde, trasformando spontaneamente il suo nome in "Bonnenberg" tra i tifosi. Da quest'anno, infatti, una statua in cima alla collina rende omaggio alle gambe del tre volte vincitore del Giro delle Fiandre.
Tom Boonen attacca sul Taaienberg nella E3 Harelbeke del 2005 (Foto: Het Nieuwsblad)
Oude Kwaremont
L'Oude Kwaremont è stato scalato ben sessantotto volte nelle quarantotto edizioni in cui è stato inserito nel Giro delle Fiandre dal 1974. È stato inserito per sostituire la vecchia strada di salita (in realtà chiamata Kluisberg) che, dopo la completa asfaltatura nel 1965 con la copertura del pavé, ha perso la sua personalità. L'Oude Kwaremont, lungo 2.200 metri, corre parallelamente a questo vecchio percorso. Non è il muro più difficile da affrontare, con una media del 4,8% e un massimo dell'11%, ma i suoi 1.500 metri su uno stretto sentiero di ciottoli sono ciò che lo distingue dagli altri. Dal 2012 è anche il punto nevralgico su cui si basa gran parte del percorso, con tre tappe in ogni edizione del Giro delle Fiandre.
Katarzyna Niewiadoma (Canyon-SRAM) e Arlenis Sierra (Movistar Team) affrontano il Kwaremont al Giro delle Fiandre 2022 (Foto: Getty Images)
Paterberg
Il Paterberg è un vero riflesso del legame e dell'importanza della De Ronde con la cultura ciclistica e le sue radici sociali nella regione delle Fiandre. Un agricoltore locale, desideroso di far passare la corsa attraverso il suo campo, è stato responsabile della costruzione di questa collina in acciottolato lunga 360 metri con una pendenza media del 13% circa. Fa parte del Giro delle Fiandre dal 1986, anche se la sua notorietà è cresciuta dal 2012, quando è diventato l'ultimo muro e quindi il giudice supremo. Gli sguardi assenti e le facce di stanchezza - e di concentrazione - dei corridori dopo oltre 250 km sono uguali prima di affrontare la caratteristica curva a sinistra in cima alla salita, sulla strada per gli ultimi chilometri verso Oudenaarde.
Muur-Kapelmuur: menzione d'onore
Nell'ultimo decennio, dopo il cambiamento dell'arrivo nella città di Oudernaarde nel 2012, il Kapelmuur ha perso gradualmente la sua importanza, anche se l'essenza del suo misticismo rimane intatta in gare come la Omloop. Una vetta storica, inserita per la prima volta nel 1950, e che dal 1981 al 2011 è stata una salita venerata con l'iconica cappella in cima e lo spettacolare giro circolare finale attorno a una collina affollata.
Annemiek van Vleuten supera il Kapelmuur grazie alla sua vittoria all'Omloop nel 2022 (Foto: Sprint Cycling)
Per i fan piú sfegatati, eliminare il Muur van Geraardsbergen dal percorso è stato un sacrilegio, anche se è stato recuperato nelle edizioni 2017, 2018 e 2019, ma lontano dal traguardo. Nel corso della sua lunga storia è stato testimone di grandi attacchi, come quello di Fabian Cancellara che nel 2010, sulla via della sua prima vittoria alla De Ronde, fece cadere l'idolo locale Tom Bonnen, vestito con la maglia di campione belga.
Imagen di copertina: Tom Schlegel