SARTO RASO

Testo di: Emilio Previtali

Fotografie di: Giovanni Danieli

Colline, strappi ripidi, tratti filanti, discese veloci con ampi tornanti. Oppure stradine strette e un po’ sconnesse tra i vigneti dei Colli Euganei nei dintorni di Padova, è questo il terreno di prova su cui abbiamo provato in anteprima la nuova Raso, l’ultimo gioiello in carbonio nato in casa Sarto, l’azienda italiana conosciuta nel mondo per la costruzione di biciclette in fibra di carbonio su misura.


Realizzata usando una fibra di carbonio unidirezionale, la Raso è il risultato di qualche decennio di ricerca e sviluppo nel campo del carbonio. Il design è moderno e muscoloso, con un’armonia davvero azzeccata di linee squadrate e spigolose che comprendono l’alternanza di tagli netti e porzioni più tondeggianti. L’impressione di modernità è percepibile sin dal primo sguardo e il telaio, senza fronzoli, appare solido, con forme moderne ed equilibrate.L’impressione è che la bici sia stata disegnata dall’aria ma anche che mantenga quel tocco classico e di stile che una bicicletta italiana costruita a mano deve necessariamente avere.

Lo spazio dei passaggi ruote, su un telaio dalle forme aero, è davvero importante e consente di montare pneumatici fino a 35mm. È proprio questa modernità aero che strizza l’occhio alle moderne bici gravel, uno dei dettagli più seducenti della Raso, una vera e propria bicicletta all-road come ancora non se ne sono viste. Rispetto ai classici modelli Asola, Seta e Lampo di Sarto, la Raso è una vera e propria proiezione nel futuro.

Tutti i cavi sono totalmente integrati e la piega manubrio mette in mostra un leggero angolo di apertura nella porzione inferiore che assicura guidabilità e confort, consentendo un allineamento ideale delle articolazioni di polsi, gomiti e spalle. In sella la sensazione, fin dalle prime pedalate, è quella di poter trascorrere molte ore pedalando con il pieno controllo del mezzo, su qualsiasi tipo di terreno.

A tutto questo si aggiunge la colorazione davvero riuscita in nero opaco con tocchi color rame e azzurro metallizzato. Attraverso la vernice trasparente le fibre monodirezionali del carbonio sono perfettamente visibili ma restano discrete e non troppo appariscenti. 

Il modello che abbiamo provato monta un gruppo Campagnolo Super Record EPS e delle ruote Partington da 39mm, un set-up ideale per un utilizzatore interessato a spaziare in ogni ambito del ciclismo su strada, dalle uscite veloci in gruppo, alle lunghe cavalcate solitarie sulle grandi salite delle Alpi. 

Se in salita la Raso si dimostra molto capace di trasmettere le forze al terreno, in discesa rimane molto manovrabile e sorprendentemente istintiva da guidare. Con gli pneumatici Continental da 30mm è molto facile sentirsi a proprio agio in curva, sia nei tornanti ampi e veloci sulla strada perfettamente asfaltata, che nelle sezioni più tortuose e meno lisce che caratterizzano le stradine tra i vigneti delle colline padovane. 

La personalizzazione del telaio risiede in ogni singola parte della struttura che viene assemblata tenendo conto delle caratteristiche antropometriche del cliente, del suo peso e del tipo di utilizzo che intende fare della bicicletta. Una di queste personalizzazioni riguarda la lunghezza del carro posteriore, in grado da solo di definire il carattere della bici.

È impressionante rendersi conto (e difficile da spiegare a chi non ha mai sperimentato la sensazione di pedalare su una bici Sarto) come il telaio reagisce prontamente a ogni piccola forza o impulso inviato dal corpo, senza restituire vibrazioni fastidiose provenienti dal terreno o risultare difficile da gestire sulle superfici più ruvide.

La Raso è una bici moderna proiettata nel futuro, è difficile catalogarla nelle categorie classiche dei grandi produttori. Con le sue forme aero, la costruzione totalmente artigianale e personalizzabile, il comfort e la facilità di guida tipiche di una bici endurance, ma anche la precisione e resistenza alla torsione tipica delle bici da competizione, parliamo di una bicicletta che è davvero un salto nel futuro. Se ne avete la possibilità, prenotate un test-drive. Che decidiate di acquistarla o meno, l’esperienza servirà in ogni caso a stabilire uno standard per il futuro. La Raso, bisogna dirlo, ha posto l’asticella davvero molto in alto.

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