"Ho sempre e solo chiesto di poter gareggiare": la coraggiosa ascesa al vertice di Ben Healy

"Ho sempre e solo chiesto di poter gareggiare": la coraggiosa ascesa al vertice di Ben Healy

Il viaggio turbolento dell'irlandese, da quando è stato colto alla sprovvista da junior a quando ha sfidato Tadej Pogačar per la vittoria.

Autore: Rachel Jary_ Immagini: Zac Williams/SWpix

Ben Healy è un corridore, puro e semplice. Si autodefinisce un "corridore non convenzionale", uno che sogna in grande e che non si lascia intimidire dai concorrenti più premiati o esperti. Preferisce arrivare ultimo dopo aver provato a fare qualcosa in gara, piuttosto che finire a metà gruppo senza aver corso alcun rischio. Non è un corridore che si limita a fare numero. Per Healy, o tutto o niente.

"A volte mi si ritorce contro", dice. "Mi ha portato a essere un po' incostante quando ero negli under 23 e junior, e ha fatto sì che la gente mettesse in dubbio le mie capacità".

Se diamo uno sguardo alla pagina ProCyclingStats di Healy di questa stagione ci mostra un aspetto della carriera dell'irlandese. Dipinge l'immagine di un altro giovane con super talento del ciclismo, capace di vincere tappe del Grande Giro al suo secondo anno da professionista e di salire sul podio delle Classiche delle Ardenne con uno stile che lo fa sembrare facile. Ciò che non mostra, però, è il viaggio che Healy ha affrontato per arrivare a questo punto.

La sua è una storia di battute d'arresto e di determinazione, di fiducia in se stesso e di insaziabile determinazione. Per Healy non è stato facile: dal momento in cui si è appuntato un numero di gara al scoprire di avere il talento e vincere in questo sport cosí difficile, è stato un viaggio sulle montagne russe, con molti ostacoli. Cominciamo dall'inizio però.

Leggi anche: DEREK GEE RACCONTA LA SUA SVOLTA AL GIRO, LA SUA PASSIONE PER IL BIRD-WATCHING E IL NUOVO CAPITOLO DELLA SUA VITA

"Ho iniziato a pedalare grazie a mio padre", racconta Healy. "È sempre stato un appassionato di ciclismo e mi ha portato sulla pista locale di Halesowen quando ero bambino. Mi piaceva molto e ci sono sempre tornato".

Nonostante la sua passione, Healy, per sua stessa ammissione, è sempre stato "pessimo" nel ciclismo su pista e ha iniziato a dedicare più tempo alla mountain bike man mano che procedeva nelle giovanili. Ha trovato posto in quella che allora era nota come Olympic Development Academy - Accademia di Sviluppo Olimpico (ODA) della British Cycling specifica per la mountain bike, ma fu escluso dal programma quando diventò junior. Questo fatto lo spinse alle corse su strada.


"Quando sono stato espulso dall'ODA, l'Organizzazione della squadra ciclistica della Gran Bretagna non ha reagito. Non mi hanno detto perché o cosa dovevo fare di diverso, il che è stato il mio primo cruccio con loro. Nel mio primo anno da juniores stavo correndo abbastanza bene su strada, ma non sono mai stato selezionato per le gare con la Gran Bretagna
", spiega Healy.

Questa frustrazione ha spinto il 22enne a passare nel team dell'Irlanda, dove pensava di poter avere più opportunità di gareggiare. "Sono stato molto orgoglioso di passare dall'altra parte e schierarmi per l'Irlanda. Ho una famiglia in Irlanda ed è stata la decisione giusta in quel momento, mi hanno dato delle opportunità incredibili e sicuramente non sarei dove sono ora senza di loro.

"Non è che non abbia alcun legame con l'Irlanda. Sono molto orgoglioso di rappresentare l'Irlanda e forse non sono cresciuto in Irlanda, ma è comunque qualcosa di cui sono fiero. Spero di poterli ripagare anche con i risultati, perché quando mi sono trasferito mi hanno accettato a braccia aperte e mi hanno visto come un qualsiasi altro corridore irlandese".

Healy parla dell'edizione 2019 del Tour l'Avenir, una delle gare U23 più prestigiose al mondo, come di un punto di svolta cruciale nella sua carriera. All'inizio di quella stagione, tuttavia, il corridore dell'EF Education-EasyPost aveva faticato a trovare una squadra internazionale under 23 che lo prendesse a bordo.

"Solo il Team Wiggins mi disse sí all'ultimo minuto. Era Andrew McQuaid a dirigere quella squadra e il legame con l'Irlanda mi ha aiutato e mi ha dato una possibilità", spiega Healy. "Mi sembrava che, anche se stavo ottenendo buoni risultati, nessuno fosse davvero interessato a me per qualche motivo".

Fedele alla sua grinta e alla sua perseveranza, più tardi nel corso dell'anno, Healy conquistò la vittoria nella quinta tappa del Tour l'Avenir 2019 a Saint-Julien-Chapteuil, diventando il più giovane vincitore di tappa nella storia della corsa. Se la strada verso il WorldTour non era ancora chiara prima, Healy ammette che quel giorno a l'Avenir gli aprí tutta una serie di porte.

"Tutto è cambiato, tutte le persone a cui avevo chiesto in precedenza sono venute a bussare. La gente ha iniziato a prendermi in considerazione anche per le corse WorldTour. Ma allora pensavo di essere troppo giovane, volevo fare di più nella categoria U23 e svilupparmi davvero come corridore", racconta Healy.

Dopo quasi tre anni Healy è passato al livello WorldTour, scegliendo di correre per un po' di tempo con il team Trinity Racing prima di fare il salto di qualità. Quando lo fece, fu EF Education-EasyPost ad aggiudicarsi la firma del corridore irlandese. Si è unito alla squadra americana con un contratto di soli due anni all'inizio della stagione 2022.

"Mi sentivo sicuro di poter avere delle opportunità con quella squadra e questo è tutto ciò che ho sempre chiesto, solo di avere delle opportunità nelle gare, di non essere legato a un leader e di correre nel modo in cui mi piace correre", spiega.

È giusto dire che Healy ha avuto un gran numero di opportunità di gara nel suo primo anno con EF Education-EasyPost, forse più di quanto si aspettasse. Spiega che ha corso così tanto nel 2022 a causa della lotta della squadra contro la retrocessione al livello ProTeam, un destino che alla fine è stato evitato per un pelo.

"Mi hanno chiesto perché sono migliorato così tanto in questa stagione e credo che sia perché l'anno scorso sono cambiate molte cose per me. Mi sono trasferito a Girona e in una squadra WorldTour e tutte queste cose mi hanno reso un po' insicuro", spiega Healy. "L'anno scorso abbiamo corso come pazzi anche nella seconda metà dell'anno, non c'era una vera e propria struttura all'interno della squadra, ma ora tutto sta cambiando, la squadra è proattiva nel cercare di migliorare, quindi sta diventando anche un ambiente più piacevole".

Healy è modesto ma dire che è semplicemente "migliorato" in questa stagione è un eufemismo catastrofico per la sua rapida e improvvisa ascesa ai vertici di questo sport. Dice di essersi sentito un corridore diverso rispetto all'anno precedente durante il ritiro della squadra a gennaio e questo gli ha fatto intuire che nel 2023 ci sarebbero state buone cose.

"Sapevo che sarebbe stato un anno positivo, ma non credo che avrei mai potuto prevedere fino a che punto", spiega. "Non mi sarei mai aspettato di essere così competitivo come lo sono stato quest'anno nelle Ardenne e al Giro d'Italia. All'inizio della stagione mi ero prefissato l'obiettivo di vincere una tappa al Giro, ma mi sentivo ancora un po' in bilico. Sapevo di aver lavorato duramente, ma non pensavo che avrebbe dato i suoi frutti in questo modo.

Anche avere ambizioni così alte come la vittoria di una tappa del Grand Tour da parte di un corridore che non si era mai cimentato in una corsa di tre settimane è una prova del carattere di Healy. Durante le Classiche delle Ardenne (dove si è assicurato il secondo posto nel Brabantse Pijl e nell'Amstel Gold Race e il quarto nella Liegi-Bastogne-Liegi) e il Giro d'Italia (dove ha conquistato la vittoria nell'ottava tappa), Healy ha corso con attacchi onesti e coraggiosi e uno zelo energico. È stato fedele alla parola data e ha continuato a correre con il suo stile d'attacco, dimostrando a tutti che è possibile vincere le corse in questo modo.

"Ho dimostrato che il mio modo di correre può creare questi risultati, ma ho sempre creduto nel mio modo di correre. Ho avuto alcuni momenti difficili, ma alla fine mi sono sempre divertito a correre con la mia bici", ha dichiarato Healy. "Quando ho vinto quella tappa del Giro d'Italia, sapevo come mi piaceva correre e sapevo che il profilo del percorso era duro. Speravo che qualcuno venisse con me, ma ero in solitaria e volevo impegnarmi al massimo e sapevo che c'era una crono di 50 km fino al traguardo. Sentivo di avere delle gambe in forma e alla fine è andata bene".

Healy ha riassunto tutto con una semplicità rinfrescante, ma non si può negare che tutto ciò sia frutto di duro lavoro. Il corridore irlandese in quell'occasione scelse di indossare una tuta aerodinamica a maniche lunghe per ottenere guadagni ottimali e pensò al modo migliore per rendere il suo assetto il più efficiente possibile.

"È una cosa a cui penso sempre. Le corse sono così veloci che credo che se si può scegliere qualcosa di aerodinamico rispetto a qualsiasi altra cosa, è lì che si trova il vantaggio. Solo per entrare in quella pausa sono abbastanza sicuro che abbiamo tenuto una media di 48 km/h per la prima ora e mezza. Indossare la tuta probabilmente mi ha fatto risparmiare circa 20 watt per tutta quella durata dello sforzo, e questo ha fatto la differenza nel finale", spiega Healy.

Nonostante i successi ottenuti in questa stagione, il 22enne è ancora consapevole di avere aspetti delle sue prestazioni che potrebbe ancora migliorare. Se da un lato la sua mentalità d'attacco ha dato i suoi frutti in alcune occasioni, dall'altro è stata la sua rovina nei momenti in cui sarebbe stato meglio conservare le energie.

"Al Brabantse Pijl, quando sono arrivato secondo, mi stavo esaltando. Ero in testa a una gara con gambe fantastiche e stavo correndo in modo quasi stupido", racconta. "È una cosa che devo imparare, cercare di adattarmi alla gara e fare un buon tentativo per andare via, invece di fare tutti questi piccoli attacchi che non vanno da nessuna parte. Questo fa parte delle corse. Penso che più volte mi troverò in situazioni del genere, più potrò imparare".

Gli attacchi di Healy non lo hanno sempre reso un corridore popolare nel gruppo. Durante la 19a tappa del Giro d'Italia, i video di Healy che attacca insieme a Thibaut Pinot per ottenere punti nella classifica di montagna sono diventati virali sui social media. Dato che la fuga era già stata creata nella tappa, le altre squadre della classifica generale come  per esempio gli Ineos Grenadiers si sono sentiti frustrati dai continui attacchi di Healy, che costringevano il gruppo a pedalare duramente nelle prime fasi della tappa.

"Stavo dando molto fastidio alla Ineos e Rohan Dennis della Jumbo rideva. Era contento che lo facessi perché voleva che Ineos continuasse a inseguire me e Pinot, in modo da sfiancare Ineos più avanti nella corsa", racconta Healy. Mentre arretravo, mi ha detto: "Sì, vai, fallo ancora, fallo ancora". Quel giorno non mi sono fatto molti amici.

"Non ho mai paura di gareggiare. Se c'è qualcosa per cui lottare, lo farò sempre. Lo farò nel modo che ritengo migliore per me. È quello che ho fatto anche quel giorno, senza lasciarmi turbare da Ineos o Pinot e seguendo il piano che avevamo all'inizio della giornata".

Dopo la vittoria di tappa al Giro d'Italia, Healy ha trascorso le ultime settimane a riprendersi dalla corsa, dalla quale, ammette, ne esce "abbastanza distrutto". I suoi obiettivi principali per il resto della stagione sono i Campionati del Mondo e Il Lombardia, il tipo di gare in cui Healy ha fatto stra bene nel corso della sua carriera.

"Mi piacerebbe vincere i Mondiali prima o poi nella mia carriera. Mi sembra molto più realistico che vincere il Tour de France", dice.

Rappresentare l'Irlanda ai Campionati del Mondo significherà correre per una squadra nazionale che è molto più piccola rispetto ad altre concorrenti, sia per quanto riguarda il budget sia per quanto riguarda la rosa di corridori a disposizione per la squadra. Healy ammette che competere con alcune delle squadre nazionali più grandi e forti potrebbe essere una bella sfida a Glasgow, tra poco meno di due mesi.

"Sono reduce da una gara molto dura e da una gara in cui la stanchezza gioca un ruolo importante e, ovviamente, essendo con l'Irlanda, non siamo la squadra più forte del mondo, quindi è piuttosto difficile", dice Healy. "Devo solo confidare nel fatto che le grandi squadre renderanno la gara difficile e che si tratterà di una gara molto combattuta. Una volta che si arriva alla finale, posso gareggiare come voglio. Devo solo sperare che la gara si svolga in modo che risulta adatto a me".

Forse non farà parte della più grande squadra nazionale e forse dovrà correre in modo intelligente per mettersi in posizione vincente, ma se c'è una cosa che la carriera di Healy dimostra finora è che non c'è modo di fermarlo, anche di fronte alle avversità. L'entusiasmo per le corse e la fiducia in se stesso lo hanno portato fin qui e non ha intenzione di rallentare presto.

La strada di Ben Healy verso il successo è un monito a non rinunciare mai ai propri sogni, anche se le battute d'arresto continuano ad arrivare. Avrà anche intrapreso un percorso non convenzionale per arrivare al top dopo essere stato trascurato da molti, ma è giusto dire che Healy, con le sue performance, ha costretto la gente a prenderne atto e non sarà più sottovalutato.

Autore: Rachel Jary_ Immagini: Zac Williams/SWpix


READ MORE

‘Volunteers are the backbone of the sport’ - Carole Leigh on a lifetime of service to bike racing

‘Volunteers are the backbone of the sport’ - Carole Leigh on a lifetime of service to bike racing

The British woman has organised and officiated bike races since she was a teenager and hopes more people will follow in her footsteps

Leggi di più
Olav Kooij and the quest to be the fastest man in the world

Olav Kooij and the quest to be the fastest man in the world

The Dutchman is confident in the fact that he’s on the cusp of being the sport’s best current sprinter

Leggi di più
Josh Tarling and the pursuit of perfection: ‘I hope my peak will start next year’

Josh Tarling and the pursuit of perfection: ‘I hope my peak will start next year’

The 20-year-old Ineos Grenadiers rider on learnings from the racing season, managing adult life, and setting achievable goals

Leggi di più
Laurence Pithie: I want to challenge Van der Poel for Monument wins next year

Laurence Pithie: I want to challenge Van der Poel for Monument wins next year

The New Zealand rider talks about his journey to the top of the sport, moving to Red Bull-Bora-Hansgrohe and his ambitions to start to win...

Leggi di più
Elisa Longo Borghini: I didn’t transfer to UAE Team ADQ for the money

Elisa Longo Borghini: I didn’t transfer to UAE Team ADQ for the money

The Italian talks about her stellar season, moving away from Lidl-Trek and why she’s looking for new challenges

Leggi di più

MEMBERSHIP

JOIN ROULEUR TODAY

Independent journalism, award winning content, exclusive perks.

Banner Image