DISEGNARE IL FUTURO


DISEGNARE IL FUTURO


In questo numero di Rouleur Italia abbiamo indagato il tema del design, dando alla parola il più ampio respiro possibile. 


di Emilio Previtali – Editor Rouleur Italia

Antonio Colombo, storica mente e anima di Columbus e Cinelli, ci ha raccontato in una recente intervista che la ragione per cui amiamo le biciclette fixed senza freni, è che hanno uno stile pulito ed essenziale. La sua idea sul tema del design e sulla ricerca nel campo della funzione, è semplice da spiegare:

“A volte per comprendere in pieno un’idea serve girare lo sguardo dalla parte opposta. Dico sempre che le biciclette senza freni, le fixed, sono biciclette estreme che hanno soltanto lo scopo di farti apprezzare quelle con i freni”.

In questo numero di Rouleur Italia – l’ultimo del secondo anno di pubblicazione – abbiamo indagato il tema del design, dando alla parola il più ampio respiro possibile. Il design non ha a che fare soltanto con le forme e con la funzione, ma più in generale con il progettare e con il costruire. La progettazione è un pensiero e la forma è importante, ma non è l’unica cosa che conta. 

Tra tutte le attività sportive il ciclismo è probabilmente quella in cui il design interviene in maniera più determinante e incisiva, non solo sulle biciclette che adoperiamo ma anche sull’abbigliamento, sulla componentistica, nei programmi di allenamento, perfino sulle ammiraglie o sui bus che vengono utilizzati al seguito dei corridori. Il design nel ciclismo, è ovunque. 

Comprendere il design di un prodotto, di un servizio o l’idea di fondo che c’è dietro alla progettazione di un velodromo o di una bicicletta, può aiutarci a comprendere qual è il messaggio che il creatore aveva in mente per noi. C’è una domanda che da ciclisti, da utilizzatori e da consumatori responsabili dovremmo farci continuamente, senza stancarci mai: qual’ è il significato che questo prodotto, oggetto o servizio, porta a me? Quale è il messaggio che il produttore ha studiato e io sono disposto ad accogliere e a condividere con tutti gli altri, per entrare in empatia con loro?

Il futuro – non solo del ciclismo - non è dentro a risposte prefabbricate, ma nell’incessante desiderio degli uomini e delle donne di porsi delle domande e di cercare nuove soluzioni.

Buona lettura!

 

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