Testo originale: Stephen Puddicombe
Foto: Getty
Non è stato sul Kemmelberg che si è decisa la Gent-Wevelgem donne di quest'anno. E nemmeno su una delle altre salite della corsa. É stato invece su un innocuo tratto di strada pianeggiante circondato da terreni agricoli, a metà strada tra il Baneberg e il Kemmelberg, testimone del momento fatidico in cui tutti hanno capito che Marlen Reusser (SD Worx) avrebbe vinto la corsa.
La svizzera si era staccata dalla testa del gruppo pochi chilometri prima, sul Baneberg, e aveva accumulato un vantaggio di circa 20 secondi: un margine pericoloso, ma niente comunque gestibile per il folto gruppo di inseguitrici. Ma su questo tratto di strada, a 37 km dall'arrivo, le altre atlete hanno commesso il fatidico errore. Il ritmo del gruppo si è improvvisamente abbassato e le cicliste si sono studiate un po', nessuna peró con serie intenzioni di volersi lanciare in un'azione in solitaria. Nel giro di pochi istanti il vantaggio della Reusser è salito a 30 secondi, poi a 40, poi a 50. Quando ha raggiunto i piedi del Kemmelberg, appena due chilometri dopo, il suo vantaggio era salito a oltre un minuto.
Improvvisamente la situazione è sfuggita di mano e il compito di riagganciare la Reusser si è trasformato da probabile a solo lontanamente possibile.
Per avere qualche speranza di riprendere la Reusser, bisognava fare breccia sul Kemmelberg e Grace Brown della FDJ-Suez si è assunta il compito di guidare l'inseguimento. Ha fatto un ottimo lavoro, dividendo il gruppo in due sulle famose pendenze e sui ciottoli insidiosi della salita e arrivando in cima con solo sei atlete dietro di lei.
Il problema era che uno di queste atlete era Lotte Kopecky, compagna di squadra di Reusser alla SD Worx. Come aveva dimostrato la prima volta sul Kemmelberg, quando aveva guidato il gruppo in cima, la Kopecky è una maestra del pavé e non sembrava turbata nemmeno quando la Brown ha dato il colpo di grazia. Deve essere stato un momento di sconforto quando la Brown si è voltata per vedere la belga incollata alla sua ruota: finché la Kopecky era lì a seguire le ruote e ad aspettare lo sprint, qualsiasi inseguimento sarebbe stato probabilmente vano.
Nel momento in cui il Kemmelberg è stato scollinato, il vantaggio di Reusser è salito a 1-20, più che sufficiente per una ciclista con una forza come la sua per mantenere il vantaggio per gli ultimi 30 km di corsa. Ci sarebbe voluto un colpo di scena davvero drammatico per non vincere, cosa che è quasi successo vicino al traguardo quando, a soli cinque chilometri dalla fine, ha sbagliato strada. Ma a questo punto il suo vantaggio era già di oltre due minuti, e ha avuto ancora il tempo di raccogliere gli applausi, aprire la giacca antipioggia e godersi il momento in cui ha tagliato il traguardo vittoriosa.
Il risultato ha seguito uno schema recente di questa primavera di attacchi solitari vincenti da parte di corridori più abituati a correre come gregari. Shirin van Anrooij (Trek-Segafredo) ha attaccato a 25 km dall'arrivo per vincere il Trofeo Alfredo Binda lo scorso fine settimana, mentre la sua leader Trek-Segafredo e campionessa in carica Elisa Balsamo ha marcato le ruote e sprintato per il secondo posto nel gruppo alle spalle. Mercoledì, poi, Pfeiffer Georgi si è unita alla compagna di squadra DSM Megan Jastrab per staccarsi da un piccolo gruppo di testa a pochi chilometri dall'arrivo, dopo che la velocista di punta della squadra Charlotte Kool era stata abbandonata in precedenza.
Così come Van Anrooij è riuscita ad andare in fuga mentre i suoi avversari si preoccupavano di Balsamo, Reusser ha approfittato della paura che le sue compagne di squadra Kopecky e Lorena Wiebes incutevano agli altri inseguitori. Avendo già vinto rispettivamente la Omloop Het Nieuwsblad e la Ronde van Drenthe questa primavera, queste due cicliste erano le favorite per la corsa e molte delle speculazioni riguardavano il modo in cui la coppia avrebbe lavorato insieme. Con l'attenzione rivolta verso le altre, la minaccia di Reusser è stata sottovalutata ed è stata in grado di staccarsi senza lasciare tracce.
Sebbene abbia certamente beneficiato della sua squadra, la Reusser merita un elogio anche per la sua corsa individuale. Si è trattato di una mossa tipica della svizzera, e poche cicliste in gruppo sono in grado di produrre tanta potenza in solitaria per così tanto tempo come lei. L'abbiamo già vista vincere in modo simile, in particolare nella quarta tappa del Tour de France Femmes dello scorso anno, ma questa è stata la sua prima vittoria in una grande classica di un giorno.
Il suo dominio si è riflesso nel margine di vittoria: ben 2-2-2, nonostante il suo errore tardivo nell'affrontare la curva sbagliata. È un risultato ancora più impressionante se si considera che la Gent-Wevelgem è solitamente riservata alle velociste: vincendo in questo modo, la Reusser ha invertito la recente tendenza degli arrivi in volata, diventando la prima ciclista dopo Chantal van den Broek Blaak (SD Worx) nel 2016 a vincere la Gent-Wevelgem con un attacco solitario.
Questo potrebbe avere a che fare sia con le infide condizioni atmosferiche che con la sua forza individuale e le tattiche di SD Worx. Sebbene non sia stata una Gent-Wevelgem particolarmente ventosa, la pioggia é stata incessante e le strade scivolose e il pavé hanno creato scompiglio nel gruppo. Ci sono state diverse cadute, con la stessa Reusser che è stata colta di sorpresa mentre saliva per la prima volta sul Baneberg, anche se fortunatamente ha avuto un atterraggio morbido.
Ben più grave è stato l'incidente a circa 45 km dall'arrivo, quando una ciclsista in testa al gruppo ha perso l'equilibrio e ha fatto fuori diversi corridori, tra cui Kasia Niewiadoma (Canyon-SRAM) e Pfeiffer Georgi. Poi, nella fase di avvicinamento al traguardo, praticamente tutte le migliori velociste rimaste nel gruppo delle inseguitrici (Wiebes, Kopecky, Balsamo e Chiara Consonni dell'UAE Team ADQ) sono state messe fuori gioco in un'altra grande caduta, lasciando in palio gli ultimi posti sul podio. Anche in questo caso le superstiti hanno faticato a organizzarsi e un altro gruppo di ritardatarie (ancora senza le velociste di punta) le ha raggiunte sul rettilineo d'arrivo, da cui Megan Jastrab (Team DSM) è scattata per conquistare il secondo posto, davanti a Maike van der Duin (Canyon-SRAM) in terza posizione. Si tratta di risultati importanti per due 21enni in via di sviluppo, ma ieri é stata sicuramente la giornata di Marlen Reusser.