Wout van Aert afferma che vincere il Fiandre e la Roubaix non è un'ossessione – ma lo è

Autore: Chris Marshall-Bell

Sta per tornare il solito tormentone: ce la farà o non ce la farà? Il 2025 sarà l'anno in cui Wout van Aert vincerà finalmente una Classica Monumento sul pavé? L’erede belga di Tom Boonen – che ha conquistato tre Giri delle Fiandre e quattro Parigi-Roubaix – insegue De Ronde e l’Inferno del Nord dal 2018, chiudendo secondo, terzo, quarto e comunque sempre nelle prime posizioni, ma mai sul gradino più alto del podio. Più di una volta, infortuni e malattie lo hanno fermato. Nel frattempo, il suo grande rivale Mathieu van der Poel ha vinto il Fiandre tre volte, una da campione del mondo, e ha trionfato in due edizioni consecutive della Roubaix. Se fosse una partita sarebbe: Van der Poel 6 - Van Aert 1. Un divario netto, con l’unico successo del belga in una delle cinque grandi classiche che risale alla Milano-Sanremo 2020.  

E così, mentre la stagione ciclistica si risveglia dal letargo invernale e l’Opening Weekend si avvicina, il pavé è ormai all’orizzonte. Van Aert, ora trentenne, è di nuovo pronto a confrontarsi con quei ciottoli che ha già domato in tante gare, ma non nelle due che contano davvero. “Alcuni giornalisti dicono che è un’ossessione, ma non sono mai state le mie parole”, ha dichiarato il corridore della Visma-Lease a Bike durante il ritiro con la squadra in Spagna. “Mi piace sempre ribaltare la questione e dirvi: Fiandre, Roubaix? Non mi interessa più di tanto, ci provo, ma non è un problema. Cosa rispondereste voi? Penso solo che sia normale per un corridore come me, che ha vinto praticamente tutte le altre Classiche, avere queste gare come obiettivo. Ci credo e sono molto ambizioso. È questo che mi dà fame ogni giorno. Se riuscirò a vincere, sarà un grande sollievo; se non ci riuscirò, di certo avrò comunque vissuto una grande avventura nel tentativo di inseguire questi sogni”.  

Tutto vero, ma è innegabile che gli ultimi anni siano stati frustranti e dolorosi. Ed è altrettanto innegabile che un corridore con il talento e le capacità di Van Aert dovrebbe riuscire a conquistare entrambi i Monumenti. Sarebbe quasi un’ingiustizia se chiudesse la carriera senza averli nel proprio palmarès. “Corro il Giro delle Fiandre dal 2018 e già dalla prima edizione sembrava possibile che un giorno l’avrei vinto, sia il Fiandre che la Roubaix”, ha aggiunto. “Se me l’aveste chiesto allora, probabilmente avrei creduto che a questo punto li avrei già vinti, o che almeno sarei stato in una posizione migliore per riuscirci. Ma a volte ero lontano, o addirittura non ero nemmeno al via”.

La sfortuna spesso è stata la sua rovina. “Come la foratura alla Roubaix [nel 2023], o il Covid pochi giorni prima del Fiandre [nel 2022], o la caduta di quest’anno [nel 2024 alla Dwars door Vlaanderen], non c’era molto da fare”, sottolinea. Ma allo stesso tempo, la sfortuna non è l’unica ragione. “Non posso dire con certezza al 100% che se fossi stato al via avrei vinto. Probabilmente ero in buona forma e avevo buone possibilità, ma in realtà non lo sapremo mai. Di sicuro non vedo l’ora di avere di nuovo queste opportunità e credo davvero di avere la vittoria nelle gambe. Il mio obiettivo principale è vincere i Monumenti che mi mancano”.  

Nel frattempo, Van Aert sta affrontando un calendario ridotto di ciclocross – con risultati sorprendenti persino per lui. È tornato a gareggiare a fine dicembre all’Azencross, chiudendo quarto, e una settimana dopo ha vinto in due giorni consecutivi, coperto di fango al punto da richiedere diversi giri extra in lavatrice. “Lo sforzo che fai in queste gare di un’ora non puoi replicarlo in allenamento”, spiega il tre volte campione del mondo della disciplina, escludendo l’idea di saltare la stagione di cross. “Aiuta anche a migliorare le abilità, mi permette di affrontare bene il periodo natalizio ed è semplicemente parte della mia natura. Sarebbe strano per me non farlo, visto che corro nel ciclocross da quando avevo otto anni, è da lì che tutto è iniziato. Se hai questo background, penso che sia un ottimo allenamento invernale e qualcosa di davvero utile per la stagione su strada che sta per iniziare”.

Oltre alle Classiche, la sua stagione su strada includerà due Grandi Giri: sia il Giro d’Italia che il Tour de France. Debutterà nella Corsa Rosa con l’obiettivo di vincere tappe e, possibilmente, conquistare la maglia rosa nella prima settimana. “Ho dato un’occhiata al percorso e ci saranno opportunità praticamente ogni giorno, perché ci sono molte tappe intermedie”, spiega. “Alcune volate per Olav [Kooij], e poi nelle tappe di montagna supporteremo Simon [Yates]”.  Dopo il Giro, sarà la volta del Tour de France, una missione di riscatto per Jonas Vingegaard. “Dopo aver perso il Tour con la squadra l’anno scorso, voglio farne parte di nuovo per vincerlo come team”, dichiara, lanciando un avvertimento a Tadej Pogačar. “Anche se Pogačar lo ha vinto nel 2024, dovrà essere ancora più forte per vincerlo nel 2025”.  Anche Van Aert dovrà essere migliore se vuole finalmente conquistare il Fiandre e la Roubaix. “Ho la convinzione che, se mi do il tempo necessario, tornerò al mio livello”.
Autore: Chris Marshall-Bell

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