Raccontare, si deve

Raccontare, si deve

di Emilio Previtali


All’inizio c’è una lunga sfilata di motociclette e automobili che passano per strada secondo una logica incomprensibile. Poi c’è una risacca di calma e di silenzio che dura un po’ di minuti. Poi arriva l’auto di inizio corsa che fa da preludio alla frenesia, al rumore e alla polvere del gruppo, ci sono altre auto e motociclette che passano veloci una dietro l’altra e poi infine, eccoli i corridori, diluiti nel caos e nella confusione generale. Il vero spettacolo a ben guardare, dura pochi secondi in tutto.

Tutto quello che possiamo testimoniare in prima persona a una corsa ciclistica è un tratto di strada lungo al massimo qualche centinaio di metri, lo spazio del nostro sguardo più quel che possiamo aggiungere con il movimento della testa di lato. Tutto il resto, è racconto.

Le gare di ciclismo sono quasi soltanto narrazione. Accade tutto nelle nostre teste, è una architettura all'interno delle nostre menti. Se analizziamo razionalmente le corse per quello che sono, il ciclismo sono uomini o donne che passano in bicicletta per strada. Più la strada è ripida o malconcia e più la bicicletta fa fatica ad avanzare, più troviamo lo spettacolo interessante. 

Se il ciclismo fosse soltanto la Parigi-Roubaix o Le Strade Bianche però, faremmo fatica a chiamarlo sport. I corridori raccontano di come il corpo ci metta settimane a riprendersi dopo la gara, con i dolori che pulsano fino alle ossa. Questo indolenzimento è riservato solo ai più fortunati, quelli che non cadono e non si infortunano gravemente. Per molti corridori queste cadute possono essere la fine della stagione. 

Allora perché amiamo queste gare? Perché i corridori sognano di vincere un trofeo che non è altro che un cubo di pietra? Qual è il senso di tutto questo? 

Il senso, siamo noi.

La sopravvivenza del genere umano è affidata al racconto, alla capacità di ciascuno di noi di immaginare l’invisibile e credere in narrazioni condivise: stati, religioni, moneta, mercati finanziari, unioni, libri, film, serie televisive, persino i diritti umani. E il ciclismo, ovviamente. Queste – tutte – sono narrazioni che ci permettono di pensare, condividere e comunicare attraverso interazioni e dinamiche altrimenti impossibili da concepire. Senza il proprio racconto il ciclismo, non esisterebbe. 

C'è un motivo per cui i corridori scelgono di fare la doccia nei vecchi bagni degli spogliatoi del velodromo di Roubaix quando hanno terminato la gara, anche se dispongono di docce molto più comode nei bus delle proprie squadre: lo fanno perché il ciclismo è un contenitore dentro a cui ciascuno di noi pensa. L’immaginario collettivo va costruito, mantenuto e curato e ciascuno ha un proprio ruolo da svolgere.

Quello di cui il ciclismo ha bisogno non sono i watt e nemmeno i soldi degli sponsor, ma le parole. Quando pronunciate quella famosa frase di Felice Gimondi ‘poche chiacchiere, testa bassa e menare’ provate a pensare che dentro c’è tutto il bello e anche il brutto del ciclismo. Da una parte la sublimazione della fatica, l’abnegazione e la concretezza; dall’altra la rinuncia al dire, il vuoto di parole, forse perfino un po’ di omertà.

Senza la capacità dell'Homo sapiens di credere in finzioni condivise lo sport professionistico non esisterebbe. Per avere delle storie da condividere non bastano delle corse leggendarie, le salite, il pavé, il fango, la fatica, i campioni, le vittorie. Serve anche da una parte la disponibilità a raccontare e dall’altra quella di ascoltare, guardare, leggere, provare a capire.

Godetevi lo spettacolo questo weekend e ricordate: non siete soltanto spettatori, siete ciclisti e siete parte del racconto. Fate la vostra parte, il ciclismo ne ha bisogno. 

Immagine di copertina: Getty Images


READ MORE

Tadej Pogacar

Powerplay: Tadej Pogačar puts on show of strength in the face of Visma's numerical force

World champion may have relinquished the race lead for the second time at this Tour, but he still remains in the driving seat

Leggi di più
Tour de France 2025 stage 11

‘We are the underdogs, so we have to be creative’ - A tactical masterclass or blunder from Visma-Lease a Bike at the Tour de France?

The Dutch team rode an aggressive race on stage 10 which ultimately gave them the day’s victory with Simon Yates, but failed to crack an...

Leggi di più
Ben Healy

‘His power file is extraordinary’ - Ben Healy and the magic of yellow

Inside the EF Education-EasyPost rider's monster effort on stage 10 of the Tour de France, which has put him in the yellow jersey going into...

Leggi di più
Simon Yates

Watts Occurring, Tour de France stage 10: A new yellow jersey and the best Yates we've ever seen?

Listen to the latest episode of Watts Occurring with Tom Fordyce and Luke Rowe

Leggi di più
Tour de France 2025 stage 11 preview: Sprint or breakaway?

Tour de France 2025 stage 11 preview: Sprint or breakaway?

A smattering of climbs in the final half of the stage could be enough to foil the sprinters' chances of a rare bunch finish in...

Leggi di più
Ben Healy

Tour de France 2025 standings: the results after stage 10

The latest results and standings from the Tour de France 2025

Leggi di più

READ RIDE REPEAT

JOIN ROULEUR TODAY

Get closer to the sport than ever before.

Enjoy a digital subscription to Rouleur for just £4 per month and get access to our award-winning magazines.

SUBSCRIBE