Quando la Visma-Lease a Bike ha lanciato la sua stagione 2025 questo mese nel lussuoso contesto di un hotel a cinque stelle sulla Costa Blanca in Spagna, ha ribadito con forza il proprio obiettivo: conquistare di nuovo il “sacro Graal” del Tour de France e affermarsi come “la squadra numero uno al mondo”.
Durante la presentazione, sono stati svelati i grandi nomi del team: Jonas Vingegaard, Wout van Aert, Marianne Vos, Pauline Ferrand-Prévot, Matteo Jorgenson, Simon Yates e Olav Kooij. Campioni affermati, garanzia di vittorie, uno dopo l’altro.
C’era però un’assenza piuttosto evidente: Sepp Kuss.
Tenuto lontano dai riflettori e dagli obiettivi delle fotocamere, nascosto dalla folla di quasi un centinaio di giornalisti stipati nell’hotel di lusso, il nome di Sepp Kuss è stato a malapena menzionato durante la presentazione della squadra, durata un’ora. E quando è stato citato, è stato solo in riferimento al fatto che farà parte del team di Jonas Vingegaard per il Tour de France.
Il vincitore della Vuelta a España 2023 sembra aver messo da parte le ambizioni personali: quell’esperimento inatteso, che non era neanche previsto e che ha portato tanto clamore quanto gloria, è stato accantonato.
Quando finalmente Kuss è apparso, entrando senza preavviso, è stato immediatamente circondato dai giornalisti. È ancora uno dei corridori più amati dai tifosi, tanto "hijo" della Spagna quanto figlio di Durango, ma sembra che rifugiarsi nel suo ruolo di gregario sia proprio ciò che preferisce. Non è detto con certezza che il “GC Kuss” sia finito, ma tutto lascia pensare che sia così.
"È un ruolo in cui non mi sono mai veramente trovato, se non alla Vuelta dell'anno scorso [chiusa al 14° posto], e anche in quell’edizione del 2023 non avevo mai nemmeno lontanamente pensato di essere il leader in un Grand Tour. Ma poi è andata così", ha spiegato il 30enne americano. "Non posso dire di essere alla ricerca del ruolo di capitano in un Grand Tour, ma neanche il contrario".
"Se lungo il percorso si presentano delle opportunità, le coglierò, come ho fatto in passato", ha aggiunto Kuss. "Ma anche in passato, ogni volta che ho ottenuto risultati importanti, non era mai stato stabilito in anticipo che sarei stato io a brillare. Affronto ogni corsa passo dopo passo e vedo se si presenta un’opportunità. Non sto cercando di superare nessuno all'interno della squadra. Abbiamo corridori davvero forti, e il mio obiettivo è aiutarli per primi, poi vedremo cosa potrò ottenere per me stesso".

Kuss non è mai stato realmente in corsa per difendere il titolo alla Vuelta lo scorso anno, così come ha dovuto saltare il Tour de France a causa di una mancata ripresa dopo un'infezione da Covid – un’assenza che Vingegaard ha sentito particolarmente. Tuttavia, ha vinto la tappa regina e la classifica generale alla Vuelta a Burgos, una dimostrazione – se mai ce ne fosse stato bisogno – che può essere affidabile anche in un ruolo di leadership.
Ma tenersi lontano dai riflettori è più nel suo stile. "Mi sento sempre più a mio agio così, e ci sono meno aspettative dall'esterno", ha spiegato Kuss, che di recente è diventato padre. "Personalmente, ho sempre avuto le stesse aspettative e motivazioni, indipendentemente dal ruolo, ma per il tipo di persona che sono, preferisco stare meno sotto i riflettori. Rende tutto più semplice".
"Per ragazzi come Jonas e Wout non è facile convivere con una pressione e delle aspettative costanti, ma ognuno le gestisce in modo diverso. È difficile dire quanto abbia influenzato me. È stata un'esperienza nuova e totalmente diversa. Prima di viverla, è facile dire che non avrà effetto, ma per ogni corridore è un fattore da considerare. Dipende dall’esperienza, dalla conoscenza di sé stessi e da come si impara a gestirla".

Assumere nuovamente il ruolo di super-gregario, preparando il terreno per la prossima battaglia di Vingegaard contro Tadej Pogačar, è la scelta che Kuss preferisce.
"È un ruolo che mi piace davvero, ed è molto più semplice rispetto a essere il leader in una corsa. Penso di poterlo svolgere bene, con naturalezza, e di divertirmi nel farlo".
L'arrivo di Simon Yates e la crescita del connazionale Matteo Jorgenson significano che il peso delle salite del Tour de France non ricadrà più esclusivamente sulle spalle di Kuss. Sia Visma che UAE ora hanno squadre stellari equivalenti, con corridori da classifica generale che si reinventano come gregari di lusso, fedeli e disposti a sacrificarsi.
"Per fare davvero la differenza in salita, ora serve un corridore come Yates, capace di accelerare nei momenti giusti", ha spiegato Kuss. "Non si fa più selezione semplicemente imponendo un ritmo alto. Il livello generale è così elevato che servono corridori specifici per momenti specifici".
Kuss ha fatto parte della squadra che ha aiutato Vingegaard a vincere due Tour, ma ha anche vissuto le sconfitte subite contro Pogačar nelle sue prime due vittorie. Chi avrà la meglio quest'estate?
"Sarà davvero emozionante", prevede Kuss. "Penso che Jonas possa trarre grande fiducia dal Tour dell’anno scorso, in cui è arrivato con una preparazione non ideale ed è riuscito comunque a fare una prestazione straordinaria. Sappiamo quanto siano forti Pogačar e gli altri, ma Jonas è davvero concentrato per dare il massimo, e come squadra stiamo lavorando per capire cosa possiamo fare diversamente. Come possiamo migliorare?".
Per quanto riguarda se stesso, Kuss non cerca altro che costanza – e, idealmente, le stesse gambe del 2023.
"I miei obiettivi principali sono i Grandi Giri. Voglio arrivarci al meglio", ha detto. "Voglio essere più costante, rimanere in salute e avere un po' di fortuna. Oggi nel ciclismo è fondamentale costruire giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, perché se perdi anche solo un po', lo senti immediatamente in gara... a meno che tu non abbia un talento fuori dal comune, come alcuni corridori".