PERCORSI TRA GUSTO E NATURA

Pedalate tra scenari da cartolina e sapori autentici: l'Alto Adige offre percorsi adatti a ogni ciclista, con accoglienza pensata per chi viaggia su due ruote


ARTICOLO PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON BIKEHOTELS SÜDTIROL

Pedalare in Alto Adige è molto più che muoversi da un punto all’altro: è un’immersione in un paesaggio che mescola natura, ospitalità e una passione autentica per la bici. A ogni curva si aprono scenari diversi — prati, vigneti, boschi, castelli, montagne. Il tutto in una cornice che sembra costruita apposta per chi viaggia su due ruote.

Rouleur ha scelto di esplorare questa terra seguendo il filo delle strutture affiliate ai Bikehotels: albergatori che sono prima di tutto ciclisti, spesso anche guide certificate, e che conoscono ogni salita e ogni itinerario come le proprie tasche.

In primavera i pendii si riempiono di colori e l’aria profuma di melo in fiore. L’estate chiama alla quota, lungo sentieri che attraversano pascoli e invitano a prendersi una pausa nei rifugi. Poi arriva l’autunno, con le sue tonalità calde e un ritmo più lento: è tempo di Törggelen, la tradizione contadina che celebra la fine del raccolto con castagne, vino novello e lunghi pranzi nelle stube di legno.

"Il nostro albergo si trova su un altopiano famoso per i meleti. Siamo a circa 900 metri di altitudine: questo ci regala un clima mite e ci permette di iniziare la stagione ciclistica già ad aprile, e di pedalare fino a novembre", racconta Tobias Überbacher, dell’Hotel Jonathan, a Naz-Sciaves, non lontano da Bressanone. Qui si incrociano la Valle Isarco, la Val Pusteria e l’Alta Valle Isarco: un crocevia naturale per chi viaggia in bici. "A inizio stagione proponiamo percorsi più tranquilli: si pedala verso Bolzano, Merano, Brunico o Vipiteno, tra alberi in fiore e temperature già piacevoli. In estate si sale in quota, verso le malghe, con soste dedicate alla cucina tradizionale".

E proprio il cibo è parte dell’esperienza. I canederli – di speck, di fegato, in brodo o con burro fuso ed erba cipollina – raccontano il territorio tanto quanto i paesaggi. Tra una pedalata e l’altra, c’è spazio anche per i dolci: Kaiserschmarrn con composta di frutta, strudel di mele, da assaggiare magari in una pausa caffè lungo il percorso.

"I nostri ospiti arrivano soprattutto da Germania, Svizzera e Austria, ma anche dall’Italia", continua Überbacher. "Coi tour si parte al mattino e si rientra nel primo pomeriggio. In estate si parte presto, anche prima delle 9, per evitare il caldo. Ogni uscita è personalizzata: c’è chi cerca salite impegnative e chi preferisce un ritmo più tranquillo".

L’organizzazione non lascia nulla al caso: il deposito bici è videosorvegliato, chiuso di notte e attrezzato per la manutenzione.

Salite e scenari attorno a Bressanone

I dintorni di Bressanone offrono una rete di percorsi adatta agli amanti della bici da corsa, la scelta dipende ovviamente dal livello di allenamento. Tra gli itinerari più noti c’è quello che porta al Passo delle Erbe, passando da Luson o dalla Val di Funes, oppure il Passo Giovo, che collega direttamente con Merano. Per chi ama sfidare se stesso e gli amici, il tracciato attraverso la Val Sarentino fino al Passo Pennes, verso Vipiteno, è tra i più impegnativi della zona.

"Dopo la pandemia abbiamo visto crescere moltissimo l’interesse per la bici, in particolare per le e-bike", spiega Überbacher. "Sempre più persone hanno riscoperto la natura, preferendo in alcuni casi percorsi meno tecnici ma ricchi di fascino, dove conta meno la performance e più il piacere del viaggio".

Il Passo delle Erbe resta una delle mete più frequentate da chi pedala in Alto Adige. Si raggiunge da Bressanone o da Brunico, e una volta in cima, la sosta ideale è il ristorante con vista sul gruppo delle Odle. Gli appassionati di mountain bike possono sfruttare la funivia della Plose per guadagnare quota, mentre chi pedala su asfalto può affrontare l’intero tracciato in sella alla bici da corsa. Anche chi usa una gravel trova qui un terreno vario e interessante per essere a stretto contatto con la natura.

Uno degli itinerari più completi parte da Naz-Sciaves. Dopo una discesa verso Bressanone, si sale in direzione di Sant’Andrea e da lì si prosegue fino al Passo delle Erbe. Lungo il percorso, lo sguardo si apre sulle Odle di Eores, che accompagnano la salita con il loro profilo inconfondibile.

Una volta raggiunto il valico, ai piedi del Sass de Putia, inizia la discesa verso la Val Badia, passando per San Martino in Badia e Marebbe, fino a connettersi con la strada per Maria Sares. L’ultima parte dell’itinerario segue la pista ciclabile della Val Pusteria, da San Lorenzo a Rio Pusteria, per poi chiudere l’anello con il rientro a Naz-Sciaves (punto di partenza del tour).

Un’alternativa per raggiungere il Passo delle Erbe parte da San Vigilio. L’itinerario attraversa Pieve di Marebbe lungo una strada che tocca Sares e San Martino, nel territorio di San Lorenzo. All’altezza della cava di ghiaia si attraversa la statale per imboccare la pista ciclabile della Val Pusteria, da seguire fino al Bistro Lanz, nei pressi di Sciaves.

A quel punto si lascia la ciclabile, svoltando a destra verso Sciaves, e si prosegue fino a Bressanone. Dopo aver superato la città, si arriva a Millan, da dove parte una salita impegnativa con diversi tornanti che portano a Sant’Andrea. Qui comincia il tratto più fisico, immerso nei boschi, che supera il bivio per la Val di Funes e prosegue fino al Passo delle Erbe.

Il rientro verso San Vigilio avviene passando da Antermoia, San Martino e Longega, completando così un percorso vario, adatto a chi cerca dislivelli importanti. 

E proprio dalla Val Badia, attraversata durante il tour, si apre un altro capitolo fondamentale del ciclismo su strada in Alto Adige.

Anche la Val Badia è un autentico paradiso per gli amanti del ciclismo su strada. Da qui si accede ad alcune delle salite più leggendarie delle Dolomiti, come il Passo Pordoi, il Passo Sella e il Passo Falzarego, spesso teatro di epiche tappe del Giro d’Italia. Veri e propri miti su due ruote, sono sfide ambite da ciclisti provenienti da tutto il mondo.

I passi dolomitici chiusi al traffico

Nel 2025 l’Alto Adige celebra ancora una volta la libertà su due ruote con una serie di eventi che vedono alcuni dei più spettacolari passi dolomitici chiusi al traffico motorizzato e riservati ai ciclisti.

Si comincia il 7 giugno con il Sellaronda Bike Day, che apre i passi Sella, Gardena, Pordoi e Campolongo a migliaia di appassionati. L’evento torna anche il 13 settembre, offrendo una seconda occasione per godersi il classico anello dolomitico in totale tranquillità.

Il 21 giugno è il turno del Dolomites Bike Day, che coinvolge i passi Campolongo, Falzarego e Valparola, lungo uno dei tracciati più panoramici della zona.

Il percorso – tanto impegnativo quanto spettacolare – si snoda lungo salite gloriose, da affrontare almeno una volta nella vita: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau e Valparola.

L’estate si chiude in alta quota: il 30 agosto si pedala sul leggendario Passo dello Stelvio per la Stelviobike, una vera festa per gli amanti delle scalate da sogno. Segue, a settembre, il secondo appuntamento con il Sellaronda. A chiudere la stagione, il 20 settembre, sarà la giornata della bici sul Passo della Mendola. Un evento che non è solo un’occasione per salutare l’estate, ma anche un invito a scoprire un itinerario storico e panoramico, perfetto da affrontare anche in altri momenti dell’anno.

La strada che conduce al Passo della Mendola, partendo per esempio da Appiano e Caldaro – località lungo la celebre Strada del Vino dell’Alto Adige – è uno spunto panoramico dal grande fascino. Costruita tra il 1880 e il 1885, regala scorci sull’Oltradige e la Bassa Atesina. Una volta in cima, bar e ristoranti accolgono i ciclisti per una pausa rigenerante prima della discesa dove lasciar correre la bici, per poi proseguire lungo i percorsi che attraversano la Strada del Vino.

La Strada del Vino si snoda per circa 150 chilometri, da Nalles a Salorno, passando per Bolzano. Si pedala tra vigneti terrazzati, colline, castelli medievali e borghi. La zona è rinomata per i suoi eleganti vini bianchi – come il Pinot Bianco e il Gewürztraminer – e per i rossi autoctoni, tra cui Schiava e Lagrein. Numerose cantine lungo il percorso offrono degustazioni e visite guidate: un’occasione per scoprire da vicino la tradizione enologica locale e vivere il territorio in chiave cicloturistica.

Tra il Lago di Caldaro e il Passo della Mendola, l’Alto Adige mostra un volto più mediterraneo. Anche qui la stagione ciclistica inizia già a marzo, sotto i primi soli dell’anno. Si parte da appena 200 metri di altitudine per salire oltre i 2.000, tra passi e vallate poco battute.

In un territorio che alterna salite alpine, strade panoramiche e piste ciclabili tra i vigneti, la varietà di percorsi è sorprendente: dal cicloturismo rilassato sulle ciclabili, alle sfide da affrontare a ritmo più sostenuto, fino ai sentieri ideali per chi pedala su una bici gravel.

Lungo la Strada del Vino

Nel piccolo centro di Cortaccia, immerso tra i vigneti lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige, l’Hotel Terzer è diventato un punto di riferimento per chi sceglie la bicicletta come modo per esplorare il territorio.

A guidare questa vocazione è il titolare Lukas Terzer, guida ciclistica certificata, che ha fatto della propria passione un elemento chiave dell’accoglienza. Non si limita a fornire indicazioni: accompagna personalmente gli ospiti in tour guidati, su strada, in mountain bike o e-bike, adattando ogni uscita al livello e agli interessi di chi partecipa.

"Siamo nella Bassa Atesina e per la bici da corsa ci sono varie strade con poco traffico", racconta. "Parto da qui e vado spesso nella Val di Non e nella Val di Cembra, che sono in Trentino, ma sempre nella nostra zona e con poco traffico".

Anche le escursioni in mountain bike partono direttamente dall’albergo: "Facciamo da 500 a 1000, a volte anche 1500 metri di salita, e poi ci sono trail da affrontare in discesa: tecnici oppure su strade forestali, a seconda del gruppo che accompagno".

Tra le salite che ama di più, Favogna occupa un posto speciale: "È la mia preferita. Parto da casa e percorro nove chilometri con un dislivello di ottocento metri. In cima c’è un piccolo laghetto: d’estate è perfetto per fare il bagno, d’inverno per pattinare".

Chi cerca giri più rilassanti può raggiungere in bici anche il lago di Caldaro, a una decina di chilometri, o i laghi di Monticolo, immersi tra i boschi. "Molti, in estate, noleggiano direttamente sul posto la bici per andare fino là e fare una nuotata. In questa zona ci sono tante stradine di campagna pianeggianti, usate dai contadini ma perfette anche per chi pedala".

E poi ci sono i sentieri da affrontare su una bicicletta gravel oppure in mountain bike. "Il mio trail preferito è Monticolo: in primavera vado una volta ogni due settimane, coi clienti. Ci sono percorsi facili, ma anche impegnativi". E per chi cerca emozioni forti? "C’è la discesa dal Monte Roen fino a Cortaccia: si parte da oltre 2100 metri e si scende per quasi duemila metri di dislivello".

Accanto alla parte sportiva, c’è naturalmente anche quella più conviviale: "Negli ultimi anni ho visto che sempre più clienti uniscono la bici alla scoperta del territorio. Si passa in ogni paese, ci si ferma in una cantina, in un agriturismo. È un modo di viaggiare che unisce sport, natura ed enogastronomia".

L’hotel è pensato su misura per i ciclisti: "Abbiamo due bike room: una per le mountain bike elettriche e una per le bici da corsa. I posti sono quasi uno per ogni letto: abbiamo 37 letti e ci stanno quasi 30 bici. Di notte il deposito è chiuso e allarmato: è importante, perché ci sono clienti che viaggiano con bici da 14 o 15 mila euro e vogliono sentirsi sicuri".

Le uscite guidate si tengono più volte a settimana. "Ne faccio una di sicuro, poi dipende dalle richieste: sia per bici da corsa che per mountain bike. In genere partiamo verso le 9:30 e rientriamo tra le 15:30 e le 16:30. Facciamo sempre una sosta in un posto dove si mangia o si beve bene". Le distanze variano: "In mountain bike si fanno 40-50 chilometri, in bici da corsa anche tra i 100 e i 150, a seconda del gruppo".

Dalla Bassa Atesina, dove il vino incontra la bicicletta lungo la Strada del Vino, lo sguardo può allargarsi verso un’altra zona altrettanto ricca di spunti per il cicloturismo: l’area di Merano e dintorni.

Tra castelli, frutteti e panorami che si allungano fino al Lago di Garda, questo territorio offre percorsi di ogni tipo, dal Passo Rombo al Passo Palade, fino allo Stelvio.

Conosciuta già nell’Ottocento come meta termale, Merano conserva ancora oggi il fascino di una cittadina elegante, con un centro storico segnato dall’architettura liberty, viali alberati e una vegetazione dal sapore quasi mediterraneo. Tra le mete da non perdere ci sono i Giardini di Castel Trauttmansdorff, disposti ad anfiteatro su dodici ettari che ospitano una combinazione sorprendente di ambientazioni botaniche e installazioni artistiche.

Tra le salite considerate imperdibili c’è quella al Passo Giovo, che collega Merano a Vipiteno, unendo la Val Passiria alla Valle Isarco, poco prima del confine del Brennero. Si parte da San Leonardo in Passiria e si comincia a salire subito, con tornanti impegnativi e pendenze che raggiungono il 12%. All’altezza di Valtina, la strada svolta verso il passo, offrendo vedute ampie sulle montagne circostanti.

Il rientro può avvenire lungo lo stesso tracciato, oppure si può optare per una deviazione verso Casateia, per completare un giro ad anello più ampio.
Il cerchio si chiude nel segno di cultura, natura e sport – l’anima autentica dell’Alto Adige.


BikeHotels Südtirol: qualità certificata

Che si tratti di bici da corsa o gravel bike, muscolari o a pedalata assistita, nei BikeHotels dell’Alto Adige tutto è pensato per chi ama pedalare. Gli ospiti possono contare su depositi sicuri, tour guidati per tutti i livelli e partenze direttamente dall’hotel.

Il vero valore aggiunto è l’esperienza, unita alla passione di chi vive il territorio ogni giorno. Spesso il titolare – o un familiare – è anche una guida certificata, pronta a offrire supporto pratico e consigli lungo ogni tipo di percorso.

L’adesione alla filosofia dei BikeHotels è precisa e condivisa: tutto il personale è coinvolto e formato per garantire un’accoglienza competente e consapevole. Le escursioni sono organizzate con attenzione ai dettagli, affidate esclusivamente a guide qualificate che seguono regolarmente corsi di aggiornamento.

Il risultato è un servizio professionale, radicato nella cultura ciclistica locale e pensato su misura per chi viaggia su due ruote.

Per informazioni sulle 30 strutture aderenti consultare https://www.bikehotels.it/en/south-tyrol

 


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