Pedalando nella storia

Un viaggio tra progetti virtuosi, paesaggi da attraversare in sella e nuove prospettive di mobilità sostenibile. Territori sempre più accoglienti per chi pedala, nel segno della cultura, della natura e del rispetto ambientale

 


Ci sono storie a pedali che partono da lontano — nel tempo e nello spazio — e che, tra invenzioni e coincidenze, arrivano fino a noi.

Nel 1815, sull’isola di Sumbawa, nell’attuale Indonesia, il vulcano Tambora esplose violentemente. Per mesi, gas e ceneri oscurarono il cielo, abbassando le temperature nell’intero emisfero nord. L’anno successivo, in Occidente, divenne noto come “l’anno senza estate”: piogge continue, gelate fuori stagione e raccolti distrutti causarono diffuse carestie. Anche i cavalli, rimasti senza foraggio, iniziarono a scarseggiare.

In questo contesto, nel 1816, il tedesco Karl Drais ideò un veicolo a due ruote mosso con la spinta dei piedi, capace di mantenere l’equilibrio: la draisina. Che si sia trattato di ispirazione o pura casualità, quel congegno segnò l’inizio del cammino verso la bicicletta moderna.

Sono fili che si intrecciano, eventi distanti che finiscono per incontrarsi. E così, mentre oggi celebriamo la bicicletta come simbolo di benessere psicofisico, sostenibilità e libertà, possiamo tornare a un’eruzione vulcanica per rintracciare le origini.

Un sottile filo che tiene insieme ieri e oggi. Il mondo delle due ruote ha le sue date: come il 3 giugno, Giornata Mondiale della Bicicletta. In prossimità di questa celebrazione globale si affianca un’iniziativa tutta italiana: l’Oscar Italiano del Cicloturismo, che nel 2025 compie dieci anni e che ogni anno premia le regioni italiane che investono in infrastrutture e servizi per chi utilizza la bicicletta. Ogni regione può candidare fino a due “vie verdi” e, per questa edizione speciale — che coincide con l’anno del Giubileo — è stato previsto un riconoscimento straordinario per un cammino accessibile anche in bicicletta.

In dieci anni di attività, la giuria di esperti del Green Road Award ha riconosciuto quasi 50 “green road” d’eccellenza, per un totale di oltre 12.500 chilometri sul territorio nazionale. I riconoscimenti vengono assegnati alle “vie verdi” che rispondono ai più alti standard di qualità, valutate secondo criteri come progettazione, valorizzazione turistica e servizi offerti lungo il percorso. La decima edizione ha segnato un record di partecipazione, con quasi 30 candidature.

Nel 2024 ha conquistato il primo posto la Ciclovia Pedemontana FVG3, che collega Sacile a Gorizia, snodandosi lungo le pendici alpine del Friuli Venezia Giulia. Con i suoi circa 182 chilometri, attraversa la fascia pedemontana della regione, toccando borghi storici e paesaggi naturali di grande fascino. Da Sacile si pedala verso Maniago, poi in direzione di Gemona del Friuli, quindi Cividale e infine Gorizia, al confine orientale.

La cerimonia di premiazione dell’Oscar Italiano del Cicloturismo 2025 si è svolta il 30 maggio a Trieste, anticipata da un bike forum presentato da Peppone Calabrese e Ludovica Casellati. Il giorno successivo, dopo aver partecipato al forum, ho vissuto un’esperienza concreta di mobilità sostenibile: un treno regionale ci ha portati da Trieste a Cormons, punto di partenza di una pedalata che ci ha condotti fino a Gorizia, Capitale Europea della Cultura 2025 insieme alla slovena Nova Gorica.

È stata l’occasione per vivere in prima persona ciò che rende unico il cicloturismo: il ritmo lento, la vicinanza alla natura, la possibilità di cogliere ogni sfumatura del territorio. Ma soprattutto, la percezione di un confine non più come barriera, bensì come spazio di incontro.

Una pedalata che ha assunto un significato simbolico, raccontando come la bici possa diventare strumento di dialogo tra culture, territori e persone.

Il primo premio dell’Oscar Italiano del Cicloturismo 2025 è andato a Cycling Riviera (Regione Liguria), conosciuta anche come Ciclovia Parco Costiero della Riviera dei Fiori. Lunga 33 chilometri, si estende da Ospedaletti a Imperia ed è nata dal recupero del tracciato dismesso della ferrovia Genova-Ventimiglia. Inaugurata nel 2009, è stata completata per tratti successivi. L’ultima porzione aperta, di circa 9 chilometri, collega San Lorenzo al Mare all’ex stazione di Imperia Porto Maurizio ed è stata inaugurata nell’aprile scorso.

Secondo posto per la Ciclovia Meridiana (Regione Basilicata).Con i suoi 295 chilometri di lunghezza, questa ciclovia disegna un anello che prende il via da Potenza e si sviluppa nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese. L’itinerario tocca 22 comuni e borghi, attraversando anche riserve naturali, aree archeologiche e luoghi intrisi di storia.

Al terzo posto si è classificata Ciclonica (Regione Puglia), un percorso ad anello di 350 chilometri che attraversa il Salento e tocca dieci comuni, con partenza e arrivo a Lecce. Suddivisa in cinque sotto-anelli, consente di esplorare il territorio anche in tappe più brevi. Tra costa, aree protette, parchi naturali e borghi dell’entroterra, offre un’esperienza cicloturistica immersiva, tra natura e cultura.

La menzione ALIS è andata al GTL – Gran Tour del Lazio (Regione Lazio), un grande tracciato ad anello di oltre 1000 chilometri con partenza e arrivo a Roma. Attraversa tutte e cinque le province laziali, collegando ciclovie regionali e cammini storici esistenti. Suddiviso in 18 tappe tematiche, è interamente accessibile grazie alla rete ferroviaria: quasi ogni punto del tracciato è raggiungibile da Roma in meno di due ore con i treni regionali. È la prima ciclovia ad anello al mondo completamente integrata al sistema ferroviario.

La menzione Legambiente è stata assegnata alla Ciclovia del Sole (Regione Lombardia). Il tratto lombardo, parte della Sun Route – Eurovelo 7, si distingue per la facilità di percorrenza e l’accessibilità. Attraversa le aree del Parco del Mincio e collega tratti ciclabili preesistenti riqualificati, offrendo scorci suggestivi su fiumi come Mincio, Po e Secchia, e sui laghi di Mantova.

La menzione speciale per stampa e comunicazione è andata alla Ciclovia Bar to Bar (Regione Piemonte), acronimo di “dal Barbaresco al Barolo”. Si tratta di un anello di 124 chilometri suddiviso in sette tappe, con partenza e arrivo ad Alba. Il tracciato attraversa strade secondarie, sterrati, boschi e paesaggi rurali, offrendo una panoramica sui territori vitivinicoli delle Langhe, del Roero e del Monferrato, patrimonio UNESCO.

Il premio speciale dedicato a un cammino fruibile in bicicletta è stato assegnato alla Regione Umbria per La Via di Francesco. Questo percorso, insieme alle altre Vie francescane che attraversano anche Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, compone una rete di centinaia di chilometri che unisce spiritualità e natura, seguendo le orme del Santo attraverso luoghi di culto e paesaggi carichi di significato. Mentre il premio Green Road Award per la destinazione straniera più bike friendly è stato assegnato alla Slovenia.


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